Odissea

Stasera la RAI trasmette Il ritorno di Ulisse, una fiction diversa dallo sceneggiato famoso di secoli fa, le cui puntate erano introdotte da Giuseppe Ungaretti. Questo qui sembra che inizierà proprio dal ritorno a Itaca di Ulisse, quindi niente Polifemo, niente Circe e niente sirene. Bah, io le sirene ce le avrei messe. La scena l’avrei fatta così: la nave di Ulisse passa vicino all’isola delle sirene, lui si fa legare e però noi spettatori, come Ulisse, vogliamo ascoltare questo canto che ammalia gli uomini, e allora ecco le sirene, escono le Warpaint che cantano

“B.I.L.L.I.E.H.O.L.I.D.A.Y.
B.I.L.L.I.E.H.O.L.I.D.A.Y.
B.I.L.L.I.E.H.O.L.I.D.A.Y.
B.I.L.L.I.E.H.O.L.I.D.A.Y.”

BillieHolliday

 

La maggioranza boccia le bocciofile

Per decenni ho guardato alle bocce come a un gioco, a uno sport ideale da praticare, tranquillo, che non richiedeva nessuno sforzo particolare, praticato nelle periferie e nei paesi soprattutto da vecchietti che non chiedevano niente di particolare alla vita. Poi, oggi, scopro che in realtà le cose non stanno così, che la mia era solo una visione idealizzata, e che c’è tutto un lato oscuro delle bocce che per fortuna questi politici giovani che vogliono cambiare tutto, e loro sanno come fare, mica come i vecchi, questi politici nuovi ora stanno facendo emergere. E’ successo che un parlamentare che sta dalla parte del giovane capo del governo provvisorio, parlando delle divergenze interne al suo partito, ha detto che il loro è un partito (e questo l’avevamo capito) e non una bocciofila, e che il partito è una comunità che vive di regole democratiche. Quindi dobbiamo desumere che nelle bocciofile non ci sia democrazia, che ci sia chi impone la sua volontà (forse decide anche le regole) e poi congiure, alleanze, agguati, pugnalate alle spalle e cose simili che invece non accadono nei partiti, che sono democratici, e infatti basta guardare il capo del governo provvisorio in che considerazione tiene chi non la pensa come lui.

bocce

Nel buio una mano afferra una boccia. Sta per compiersi un efferato delitto?

 

Etnico sarà lei!

Sto nel negozio di dischi, mi sono arrivati Perù Bravo, una antologia di rock peruviano degli anni 60/70, molto divertente, e l’ultimo di Ariel Pink, purtroppo scoperto tardi, e un cliente chiede al titolare del negozio dov’è il settore della musica etnica. Io lo conosco quel settore, c’è buona musica, ho comprato dei cd di musicisti brasiliani, di recente una raccolta di gruppi sudafricani, insomma buona musica, e mi dispiace che il tipo li abbia chiamati con quel termine offensivo, che puzza di intellettualismo e fighettismo.

CondryZiqubu

Provate a chiamare “etnico” anche Condry Ziqubu alla guida di questo trenino

 

Sei giorni e un gatto

Le Sei giorni vanno scomparendo: qualcuna non si disputa più, qualche altra riduce il numero di giorni. Sembra che ormai attraggano giusto quattro gatti. Anzi, a Gent stanotte ce n’era uno solo.

6daysGent.18.11.14

modi di dire

Io credo che nel mondo esistano due tipi di persone: quelli che credono che nel mondo esistono due tipi di persone e quelli che non lo credono. Io appartengo alla seconda categoria. (Groucho, quello di Dylan Dog)

Gossip 2

Questo non è un blog giornalistico, né di gossip, per cui non ho nessun motivo per dire che ho poi scoperto casualmente che la storia tra Judith Arndt e Petra Rossner è finita e che la prima ora sta con Anna Wilson, ex ciclista australiana. Quindi mi astengo dallo scrivere questa cosa. Del resto il mio interesse per questa vicenda non derivava da morbosa curiosità, ma semplicemente dal fatto che ancora non riesco a pensarci alla medaglia d’oro olimpica che la tedescona buttò via, in polemica con la sua federazione per la mancata convocazione della Rossner. Però volevo aggiungere che ho trovato il video di una curiosa gara sui rulli tra la Arndt e la Wilson, in uno show televisivo australiano (per la cronaca vinse la Arndt), e ho pensato: ma non è che con quello che costa e comporta una gara su strada è questo il futuro del ciclismo? Spero di no.

ArndtvsWilson

Non è più tempo per il Giro d’Italia

Dall’altro capo del mondo, dall’Australia, al riparo della gittata di uova da parte di qualche facinoroso, di qualche sovversivo, di qualche vecchio da rottamare che non ama le riforme, il capo del governo provvisorio ha detto che non è più tempo per cortei che bloccano l’Italia. Io non me ne ricordo cortei così, un corteo può bloccare al massimo una zona di una città per mezza giornata, non di più. Però mi è venuto da pensare che, se tanto mi da tanto, allora non è più tempo neanche per il Giro d’Italia. Una cosa che blocca il paese in lungo e  in largo per più di tre settimane, che blocca quello che c’è di più sacro, cioè la circolazione stradale, che porta in strada tanti lavoratori e studenti, distogliendoli dalle loro occupazioni, dalla produzione, che poi ne risente il PIL, per andare a vedere quegli scioperati dei ciclisti, ecco, questo non ce lo possiamo più permettere.

scioperati

C’è poco da fare

C’è poco da fare, non fa piacere leggere che Giada Borgato a soli 25 anni lascia il ciclismo. Ragazza veloce, a 23 anni ha vinto un campionato italiano staccando anche una passistona come Silvia Valsecchi. Nel breve messaggio di congedo non parla di matrimonio, figli, lavoro, non lancia accuse, anzi si dice fiera di aver fatto parte di quel mondo, ma consiglia alle più giovani di continuare a impegnarsi  per i propri diritti, anche scontrandosi con le proprie società. E poiché, c’è poco da fare, la tv richiede innanzitutto bei volti, chissà che qualcuno non le proponga di fare la commentatrice. Perché va bene la Pucinskaite team manager, va bene la Luperini in ammiraglia, ma pure una commentatrice donna non guasterebbe.

GiadaBorgatoaCaserta

Caserta. Giada Borgato sorridente alla partenza della terza tappa del Giro 2014.

Best 100

Si trova facilmente, usato o in offerta, un box di 6 cd intitolato “Best 100”. Non i 100 successi di un genere o di un decennio, ma di un solo autore: Beethoven.

Best100