cose che finiscono

Mi chiedo: ma se l’Expo, che sta finendo in questi giorni, fosse stato dedicato a un altro argomento, avrebbe avuto lo stesso successo come dicono? Ma poi gli italiani, che si sono rincretiniti col cibo, con tutti i programmi tv che dedicano alla cucina, a cos’altro mai avrebbero potuto dedicare una manifestazione universale? La bella notizia è che il visitatore sportivo cui sono stati dedicati più articoli sulla stampa, compresi calciatori e motorizzati, è stato Fabio Aru. Allora vuol dire che c’è speranza in Italia e nel mondo?

E poi tutti a dispiacersi del ritiro della tennista Flavia Pennetta, che quando quelle belle, che, piaccia o meno, hanno favori in più da pubblico e stampa, dicono di voler dedicarsi ad altro, vita-vera lavoro affetti, beh, può essere semplicemente che faranno televisione. Ma allora che dovrebbero dire i ciclofili? E si, perché l’anno prossimo probabilmente sarà l’ultimo di Emma Johansson. Carriere opposte le due: la tennista discontinua con picchi altissimi, la seconda molto costante, ma nelle gare più importanti si è trovata fra i piedi, anzi fra le ruote, Cooke Vos e Bronzini, tre delle più forti di sempre. La cosa brutta è che se anche Emma volesse fare televisione, ma non sembra nei suoi propositi, cosa dobbiamo fare, collegarci con la tv svedese?

EJtrittico

LA ZERIBA SUONATA – viatico gotico

Negli anni 80 al gotico ci si arrivò non soltanto dal punk e dalla new wave, ma anche dalla psichedelia e dal folk, che non era tutto rose e (figli dei) fiori, ma raccontava anche di pazzi e sorelle crudeli. E’ il caso di Paul Roland, musicista e scrittore, influenzato da Marc Bolan, psichedelia, progressive e musica classica, da quella medievale a Michael Nyman. Anche se lui cita soprattutto Marc Bolan, su cui ha scritto dei saggi, l’influenza più evidente sembrerebbe quella di Syd Barrett, di cui interpreta ad esempio Mathilda Mother.

Roland ha scritto anche di delitti e di fenomeni soprannaturali e paranormali, e sia le sue canzoni che i suoi racconti, di cui una selezione fu pubblicata da Stampa Alternativa nel 1989, riflettono questi interessi. Gabrielle è forse il suo brano più famoso e gradevole, anche se non era certo adatto a Un disco per l’estate. Delle varie versioni video vi propongo questa per la pertinente ricerca iconografica.

La sua musica la potremmo chiamare psygothic, o steamfolk, e il suo affine Robyn Hitchcock ha definito Roland “il Kate Bush maschio”, che per quello che mi riguarda è un gran complimento. Le sue influenze letterarie sono gli autori romantici e vittoriani, Verne, Lovecraft, Poe e, quasi inevitabilmente, si è interessato anche al mago rock Aleister Crowley. Questa è Alice’s House.

Ma tra gli interessi di Roland c’è anche il rock’n’roll delle origini, e quando è il caso schitarra anziché no, come in The King Is Dead, tratta dal suo album generalmente ritenuto il meglio riuscito, Duel, del 1989. Questo Re era così decaduto che aveva le unghie sporche di muschio, ritenete forse che non dovesse morire? Doveva, doveva, anche per le pari opportunità, visto che pochi anni prima era morta la Regina, almeno a detta degli Smiths.

 

saldi di fine stagione

L’attività ciclistica dipende dalla geografia e dal clima. Mentre in Europa si gareggia su pista e per i campi, in altre parti del mondo si corre su strada. Può sembrare allora strano che qualche occidentale di squadre occidentali stia ancora correndo, ma lo fa in Asia, e questo dipende dagli interessi degli sponsor. Ed ecco allora che in 3 corse a tappe consecutive, Tour Of China I, Tour Of China II e Tour of Hainan, i velocisti italiani hanno dominato sia la classifica generale, e per tutti, Colli Gavazzi e Modolo,  è stata la prima volta, sia la maggior parte delle frazioni, in cui ai tre suddetti si sono aggiunti l’esule Palini e altri. Ora questi ciclisti potrebbero arrotondare i loro guadagni, che non sono quelli di altri sport più graditi ai media, interpretando quello spot che dice Ti piace vincere facile?  Perché effettivamente queste corse non sono il massimo nel calendario ciclistico, basti pensare che nell’albo d’oro del Tour of Hainan c’è per due anni consecutivi il nome di Valentin Iglinskiy. E già che ci troviamo a parlare di kazaki, apro una parentesi: sempre nella terza corsa c’è stata la prima vittoria da prof del supergregario Zeits. Chiusa parentesi kazaka. Sta di fatto che per alcuni corridori queste corse minori, periferiche, sono una occasione di vincere da non lasciarsi scappare, che in Europa non ne hanno molte. Modolo invece si conferma uno dei più costanti e vincenti velocisti italiani, alla pari con Viviani, e, se si fosse fatto trovare pronto per il mondiale di un mese fa, male non avrebbe fatto.

Zeits-Hainan

PERLINE DI SPORT – 35 anni e 6 giorni

Volete provare una vertigine? Guardate il trailer del film La Baraonda, soprannominato anche Passioni popolari. Nel 1980 il regista folk Florestano Vancini fa un film con attori famosi o emergenti, Giuliano Gemma, Edy Angelillo, Andrea Roncato e Francesco Salvi, cui agli inizi, chissà perché, toccava sempre la parte del teppista. Il film racconta la relazione tra un medico e una ragazza, e la cosa che oggi può stupire, e che dimostra come siano cambiate le cose in 35 anni, è il fatto che un film che aspirava a fare cassetta potesse essere tranquillamente ambientato durante la 6 Giorni di Milano, che all’epoca si disputava al Palasport di San Siro. Erano i tempi di Moser e Saronni. Oggi il film non passa più neanche sulle televisione minori.

LA ZERIBA SUONATA – Wonder Woman

Le 7 Meraviglie Del Mondo 7, si sa, sono andate distrutte quasi tutte. Poco male perché, essendo la maggior parte in paesi oggi arabi, ci avrebbero comunque pensato l’ISIS o i Talebani a buttarle giù, mentre il Colosso di Rodi in Grecia avrebbe rischiato di diventare un’icona gay. Rimane solo la Piramide di Cheope. Ora direi che uno dei 6 posti di meraviglia mondiale rimasti vacanti potrebbe essere degnamente occupato da Joanna Newsom. La musicista del Nevada esordì agli inizi del millennio, più o meno contemporaneamente a tanti altri che facevano più o meno musica folk. Poi qualche fricchettone è quasi scomparso, qualche altro ha mostrato i suoi limiti. Joanna invece dall’inizio si è distinta perché tutto in lei è particolare: l’inconfondibile timbro di voce, lo strumento suonato, cioè l’arpa, e la musica, che non è immediata e subito canticchiabile. Potremmo dire che a volte sembra Kate Bush che canti brani dell’Incredible String Band. Ogni suo disco è un evento, anche perché ne ha pubblicati pochi (anche se il terzo, Have On Me, era un triplo, che però non annoiava o stancava), e in questo si può dire che è in buona compagnia, con Fiona Apple e la Kate Bush matura. E si distingue anche per la cura della confezione. L’ultimo, recente disco, Divers, è abbellito da foto di paesaggi che sembrano dipinti, opera di Annabel Mehran, fotografa che ha ritratto anche musicisti, come St. Vincente e la stessa Newsom. Perché, per non farsi mancare niente, Joanna Newsom è anche una bellissima ragazza, che ha fatto anche la modella, e, ovviamente, la sua è una bellezza non banale. Potete ammirarla nel video di Sapokanikan, dove balla leggiadra, ma non fa danza classica come Kate Bush, bensì saltella in giro per la città. Poi se pensate che io abbia un po’ esagerato, dividete tutto per 2 e viene ancora una bella cifra.

altri calci

Dando un’occhiata alle prime pagine dei quotidiani di oggi, direi che sono quelli di destra che in coro assolvono il motociclista calciatore Rossi e parlano di congiura o complotto spagnolo. Niente di strano, il nazionalismo da quelle parti si trova a suo agio. E la Gazzetta dello Sport pubblica il parere di un altro illustre calciatore, Materazzi, a suo modo campione mondiale 2006. Ecco, dell’ultimo mondiale vinto dalla nazionale pedestre, che mi sembrò vittoria miserella di una squadra miracolata, comprensiva anche di un calciatore ripreso in un video mentre si faceva una flebo, roba che se l’avesse fatta un ciclista l’avrebbero portato a Guantanamo, ma dicevo di quel mondiale, la cosa che viene più ricordata da tanti, a volte anche con piacere e orgoglio, è la provocazione del difensore italiano che scatenò la reazione di Zidane, eccetera, e quella provocazione sembra sia stata considerata come un’abile mossa strategica. Allora, se qualcuno per caso non lo sapeva, ora ha scoperto che l’Italia non ha l’esclusiva delle provocazioni. Poi viene da pensare che se fosse stato Nibali, per fare un nome a caso, a dare un calcio a un avversario, non avrebbe trovato tanti difensori, ma non nel senso di Cannavaro e Materazzi. E allora meglio sarebbe stato se un calcio a un motociclista spagnolo l’avesse dato Greg Van Avermaet a San Sebastian, e sarebbe stata tutt’altra storia.

GVA-SS

Cose di altri mondi

Qualcosa mi dice che il motogippista Valentino Rossi, penalizzato oggi per una scorrettezza, non sarà costretto a cancellare il suo account twitter, come fu per Nibali dopo la squalifica alla Vuelta.

Chi se la passa male sono invece per gli argentini: tre candidati favoriti alle elezioni presidenziali, tutti e tre di origini italiane. Non so come si chiamano, né come sono politicamente orientati. Ma ce n’è uno che in un video proposto dalla RAI era in compagnia, mi sembrava in una conferenza stampa, del calciatore famoso che faceva gol con le mani; ecco, quel candidato lì spero che non vinca.

 

LA ZERIBA SUONATA – “don’t do it again”

Ieri dicevo il cinema. Ok, ci siete andati, poi dopo cosa avete fatto? Siete andati a mangiare in trattoria? Ecco, se lì si avvicina un cantante, un posteggiatore, con la chitarra classica, e invece di uno stornello romanesco a base di velati, sottili doppi sensi, o di una melodrammatica canzone napoletana, vi canta un pezzo di quel pazzo drogato di Syd Barrett, per di più con un sorrisino inquietante, allora state attenti a quello che vi servono là dentro, anzi, per sicurezza, fate una cosa, non fatelo di nuovo, non ci andate più.

Altro che Nirvana unplugged a MTV.

LA ZERIBA ANIMATA – Paura del Nero in Padania

Peur(s) du Noir è un film d’animazione a episodi, realizzato nel 2007 da Blutch, Charles Burns, Marie Caillou, Pierre Di Sciullo, Lorenzo Mattotti e Richard McGuire, principalmente fumettisti. Lorenzo Mattotti è alla sua prima esperienza nell’animazione, e per l’occasione rielabora Il Santo Coccodrillo, una sua vecchia storia, scritta dal suo storico sodale Jerry Kramsky, anch’egli membro del gruppo Valvoline. Il film è sul tema della paura ed è tutto in bianco e nero, ma l’episodio di Mattotti, forse un po’ felliniano, forse ispirato da un coccodrillo mummificato e appeso al soffitto di una chiesa a Curtatone, vicino Mantova, è quello più colorato. Se in questo weekend non vi attira nessun film in programmazione nelle sale, vedetevi questo episodio, che dura un quarto d’ora. Se invece avete voluto a tutti i costi andare al cinema, nel senso di locale, e ovviamente quello che avete visto non vi è piaciuto, allora vedetevelo lo stesso per cercare di riconciliarvi con il Cinema, nel senso di arte. Nota: il film è in francese, ma in questa versione vi saranno di aiuto i sottotitoli in castigliano.