ozioso in bianco e nero

Niente, questo post è proprio futile. Leggevo un po’ di peanuts, una cosa che fa sempre bene, mentre mangiarne purtroppo non tanto, e in una vignetta Lucy Van Pelt mi sembra proprio somigliante a Marianne Vos. Però, a parte il cognome olandese, le due non hanno altro in comune, perché l’ipercampionessa non è scorbutica, e anzi sembra pure disponibile, soprattutto se non ha appena perso un mondiale.

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E poi Marcie, l’amica di Piperita Patty. Jenny Lee Lindberg, la bella e sensuale bassista delle belle e sensuali Warpaint ha un sacco di ammiratori, ma in alcune foto, quando porta gli occhiali rotondi e i capelli corti e neri, sembra Marcie. Però solo in alcune foto.

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a proposito di propositi

E’ ormai tradizione che ogni fine anno Internazionale faccia uscire un numero speciale con racconti, ogni anno di un paese. Di recente ci sono stati gli strani racconti polacchi, poi quelli egiziani, in cui ogni tre righe c’è qualcuno che prega o entra in una moschea. Quest’anno è andata bene perché è la volta del Giappone. I racconti poi sono illustrati da bravissimi disegnatori italiani, da Giandelli a Ghermandi, da Gipi a Fior. E poi, in apertura dello speciale, ci sono i propositi dei redattori per l’anno nuovo. Beh, questa non è una prerogativa di quel settimanale, era solo un pretesto per parlare di due cose contemporaneamente; perché sono in tanti che pubblicano, che manifestano i loro propositi per l’anno che verrà, e si va da quelli realizzabili, concreti, a quelli possibili, a quelli che già si sa che resteranno solo intenzioni, fino a quelli fantasiosi, solo sogni. Così c’è chi si propone di accettare le persone diverse da sépropos1e chi, sperando semmai in una legge favorevole, vorrebbe finalmente poter sposare il proprio compagno.

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Allora pure io dico che l’anno prossimo vorrei prendere la nazionalità di un paese civile, un paese in cui c’è tanto ciclismo, ci sono i fumetti, la cioccolata, non gli manca niente, e poi, ancora, l’unico loro cantautore che io conosca (che non era neppure male, Jacques Brel), a scanso di equivoci l’hanno comunque lasciato ai francesi; insomma sto parlando del Belgio. E se l’Italia da anni va avanti con governi provvisori, non votati da nessuno, loro hanno dimostrato di poter anche fare a meno di un governo. Ma dovrei informarmi, chiedere se si può avere la nazionalità belga, anzi fiamminga, senza conoscere quell’ostica lingua; e allora, nella scenetta che segue, prendendo in prestito una trovata ricorrente di Zerocalcare, per non riferirmi a persone esistenti, viventi, il mio interlocutore, scartata l’ipotesi Tintin per motivi di copyright, avrà le sembianze di Fred de Bruyne, ciclista vincitore di molte classiche, poi telecronista e amico di De Zan, insomma a suo modo un personaggio mitologico.

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Vabbe’, allora semmai se ne parla un altr’anno.

Santo Stefano di corsa

Ieri e stamattina c’era più gente del solito in giro a correre, e forse con più sensi di colpa del solito, per le abbuffate natalizie. Il bel tempo che sta rendendo inquinate le città italiane, in cui invece in genere si respira aria purissima e si sente odore di pino silvestre, fa sembrare questo sabato decembrino una domenica di primavera; però, se così fosse, ci sarebbe qualche classica, ma nessun problema, c’è la prova di Coppa del Mondo di ciclocross a Zolder. E  un uomo da classiche c’è alla partenza, Lars Boom, e chissà se corre solo per divertirsi o in fondo un po’ ci credeva. Ma il mondo crossistico è corso avanti, mica è stato ad aspettare lui, non sono più i tempi di quando riusciva a far bene anche correndo il cross part time, e pure l’Olanda non è quella di cui riusciva a essere facilmente campione nazionale. Infatti oggi proprio gli olandesi hanno dominato in casa dei belgi, e primo è arrivato il giovanissimo Van Der Poel e terzo il giovane Van der Haar, con l’ormai eterno piazzato Pauwels secondo e solo ottavo Van Aert che, a tutta da mesi, se non tira un po’ il fiato, il mondiale su questo stesso percorso, apparso poco selettivo, se lo sogna. Ma l’Olanda ha anche altri giovani che vanno forte, mentre Boom già a metà gara ha mollato. Resta l’uomo dell’Astana per le classiche del pavé, per dire in quelle corse come stanno messi i kazaki.

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MVdP e LVdH, che questi bisogna indicarli con gli acronimi.

LA ZERIBA SUONATA – Tre canzoni natalizie

Durante il periodo natalizio una delle brutte esperienze che possono capitare con più frequenza, in un periodo in cui tutti, locali e negozi,  vogliono farci ascoltare la loro musica, è quella di sentire per strada Michael Bublé che canta Santa Claus Is Coming To Town o Jingle Bells. Meno frequente è che capiti di trovare la propria moglie seduta sulle ginocchia di un intraprendente Babbo Natale, come cantano i They Might Be Giants.

Già, chissà poi chi si nasconde sotto quei cappucci e dietro quelle barbe. E chi si nascondeva dietro il nome The Three Wise Men? Lo sanno bene i fans degli XTC.

Botto finale con John Cale, che, in fondo, prima di finire tra i drogati newyorchesi, ha trascorso la sua infanzia nel Galles.

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Si vede che è destino che il dominatore della stagione, Wout Van Aert, non riesca a vincere quando è Coppa del Mondo e c’è la diretta su UCI Channel. Una volta l’olandese Van der Haar si esalta in casa, e la volta dopo vince Nys, con quello che rischia di diventare il suo canto del cigno. Però oggi c’era Mathieu Van Der Poel, tornato in forma dopo un serio infortunio, che tra l’altro gli è capitato  correndo su strada, e in fondo il campione del mondo è lui. Allora si potrebbe ipotizzare così il futuro dei tre giovanissimi rivali: Van Der Poel potrebbe vincere più medaglie di padre e nonno messi insieme, Van Aert potrebbe diventare il vero erede di Nys, cioè vincere tanto ma non i campionati (mondiali e ora anche europei), infine Van Der Haar potrebbe essere il Kuiper della situazione, che tomo tomo si vince i suoi titoli e le sue classiche. Però oggi, anche se alla fine è arrivato solo ottavo, Nys ha dato spettacolo facendosi in bicicletta una salita che gli altri percorrevano a piedi bici in spalla. Quest’è.

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