Se si riesce a sottrarre spazio al mare sotto forma di km quadrati edificabili, da un certo punto di vista è una cosa ammirevole, ma tu guarda questi cosa sono riusciti a fare. Poi un altro discorso è cosa ci edifichi, un conto è che ci costruisci l’Olanda, un conto è Dubai con i suoi grattacieli più alti e più brutti del mondo. Un altro discorso ancora è che poi gli oceani minaccino di riprendersele quelle terre e con gli interessi, ma lì l’altro colpo di genio è stato di trasformare la parola “killer” in suffisso, così che quando succede qualcosa di terribile, usando quel suffisso il genere umano si scarica di tutte le responsabilità, la colpa è della montagna killer, dell’autostrada killer, della zanzara killer e pure il mare sarà killer. Tutto questo per dire che è arrivato il momento di correre nei paesi arabi, che con le loro architetture sono diventati più esotici delle fantasie degli anni 50, quelli dei film Disney, della musica exotica e delle banane varie. Un anno fa l’ex campione italiano Santaromita, non confermato dalla Orica, disse che preferiva andare a correre in una squadra continental di Dubai piuttosto che pagare per correre. Così si accasò con la SkyDive, dove già correva Palini, una squadra che vista da lontano sembrava non avere niente in meno rispetto alle squadre prof: buoni corridori, partecipazione anche a corse importanti, vittorie, fughe, soprattutto col vecchio Mancebo, e poi vuoi mettere i soldi arabi? Ma a Dubai c’era tanto interesse per il ciclismo che arrivò anche la Al-Nasr, che ingaggiò l’ancora giovane Wackermann, poco fortunato nei primi anni in Italia, e quest’altra squadra dominò le corse in nord Africa e in Medio Oriente. Poi, dopo pochi mesi, se Santaromita non pagò per correre, neanche queste due squadre pagarono lui e gli altri loro ciclisti per farlo, quando si dice i soldi degli arabi. E purtroppo non c’era ancora il dinamico, quasi dinamitico, Presidente con i capelli gialli e le sue idee che non si sa come gli vengono, e nessuno pensò di chiedere al Messico, già che c’era, di pagare anche i corridori, oltre al muro famoso. Nel frattempo tutti gli indagati nell’inchiesta “paga per correre” sono stati assolti, almeno in primo grado, e la cosa potrebbe suonare un po’ beffarda per Santaromita e la sua uscita, forse più autoconsolatoria che convinta. Dopo mesi senza correre, almeno ai tre italiani è andata bene, ma fino a un certo punto, perché se Wackermann è andato alla Bardiani e potrebbe correre il Giro, Palini è andato alla Androni e Santaromita alla Nippo, le due professional italiane che non hanno ricevuto la wild card per il Giro. Invece in medio oriente, al posto delle due continental, nascono addirittura due squadre world tour, Bahrain Merida e UAE, che danno lavoro a molti ciclisti e tecnici italiani. Finché dura.