LA ZERIBA SUONATA – non ci sembrava

Però in quegli anni eravamo giovani che volevano la musica nuova, anche se quella musica nuova si stava facendo un po’ vecchia, e allora questo chitarrista, che aveva qualche anno in più e che veniva dal progressive, o così ci sembrava, non ci sembrava adatto per un gruppo che faceva musica nuova, o così ci sembrava, e che poi infatti gli prese la cosa delle radici, al gruppo di musica nuova, e finirono addirittura a fare musica napoletana.

Ecco loro per esempio

Oggi pomeriggio Philippe Gilbert ha vinto la 3 Giorni di De Panne, che sta al Fiandre come la Tirreno sta alla Sanremo, e Michele Bartoli era ospite a Radiocorsa. Ecco proprio questi due. Quando qualche spettatore esageratamente entusiasta paragona Sagan a Merckx, Beppe Conti subito lo stoppa ricordando le vittorie del belga nelle corse a tappe. Sagan fa spettacolo e, come pure il suo rivale Kwiatkowski, può vincere sia nelle Fiandre che nelle Ardenne, che di questi tempi non è poco, e il polacco c’è già riuscito anche se nelle corse meno nobili, ma è difficile immaginarli un giorno vincere il Lombardia. Poi, col passare del tempo, possono evolversi, ma al momento, premesso che per i due si sta parlando ancora solo di potenziale, non si può fare il confronto neanche con Gilbert, che, quando vinceva su tutti i terreni, per fare un paragone andarono indietro a Michele Bartoli e ancora più indietro a Sean Kelly. Qualcuno potrà dire che Sagan è anche bravo a ballare o cucinare, però questo non c’entra.

giustizieri a catena

E allora forse ci vorrebbe un nuovo supereroe, ma un giustiziere che combatta gli altri giustizieri, quelli ormai istituzionali o quasi, che la gente indignosa non dice più ora chiamo i carabinieri ma dice ora chiamo il gabibbo, e anche i loro allievi, quelli che si sono ispirati ai primi, e vanno in giro armati di telefonino o smartufone e riprendono tutto quello che infrange le leggi che stanno scritte dentro la loro testa. E però mi sa che, dopo un po’, pure per questo nuovo supereroe ci vorrebbe un antidoto, e così non si finirebbe più.

consiglio per trovare un lavoro

C’è questo ministro che ogni tanto dice delle cose buffe, che poi vengono criticate, ma in realtà possono essere dei consigli da seguire. Ad esempio, se cercate un lavoro, giocate a calcetto, perché al massimo vi tocca portare il pallone. Invece se volete trovare lavoro nel ciclismo dovete portarvi lo sponsor da casa.

LA ZERIBA SUONATA – convergenze parallele

Negli anni 80 Comic Art ci fece conoscere i fratelli Beto, Jaime e Mario Hernandez, statunitensi di origine ispanica, cioè quelli che stanno molto simpatici al presidente biondo. I fratelli facevano un giornalino intitolato Love & Rockets (nessun doppio senso: c’erano proprio dei razzi e dei meccanici appositi), con vari riferimenti anche alla musica, e infatti un gruppo inglese formato da ex dei Bauhaus prese il nome da quel comic book. Nel 1996 Beto Hernandez disegnò il libretto di Limbo, l’ultimo album della prima vita dei (o delle) Throwing Muses, gruppo americano che ebbe alcune cose in comune con i Pixies. Entrambi i gruppi si accasarono con l’etichetta inglese 4AD, fino ad allora più legata al dark, entrambi hanno avuto una storia tormentata, con abbandoni, scioglimenti e rinascite, entrambi erano molto meglio del trio di quel biondino che poi si sparò, ma prima di farlo si prese meriti non suoi. I critici non ritengono Limbo uno dei loro dischi migliori, ma allora sentitevi i Nirvana, però in silenzio, che vogliamo ascoltare la title track, si dice così la canzone intitolata come l’album.

all’arrembaggio

Mentre altrove si correvano le corse importanti, con Van Avermaet a dominare nelle Fiandre anche grazie all’ignoranza dei propri limiti da parte di Sagan, e dove la vecchia guardia non muore e non si arrende, da Valverde a Contador, da Boonen a Gilbert, proprio come in Italia, con … coso, … Cunego, … no …, … Pozzato, … neanche, eh… in questo momento non mi viene, però Nocentini ha vinto una corsa in Portogallo, insomma mentre succedevano queste cose qui, in Italia c’è stata una spettacolare Coppi e Bartali, che, come tutte o quasi le corse dedicate ai grandi campioni del passato, da Agostinho a Cerami fino a Pantani, è una corsa minore. Ed è stata una corsa combattuta, sempre all’arrembaggio, senza badare a calcoli, tattiche o giochi di squadra, cosa che ormai non accade spesso tra i dilettanti. Ah, era una corsa professionistica?

black black metal

In giro c’era un ragazzo nero di colore che aveva una maglietta con un teschio. La maglietta non era in bianco e nero come quelle che portano i ragazzi bianchi di colore (il bianco è un colore, mi pare), però le cose africane in genere sono più colorate. E pensavo che in Africa, o almeno in alcune zone, ci sono tante cose che saranno difficili da farsi, ma sicuramente la più difficile è il black metal. Perché se uno lì vuole fare il black metal come si usa in Scandinavia, e da fuoco a una chiesa, con i tempi che corrono rischia di essere scambiato per un terrorista islamico

Luoghi quasi fantastici

Sarà che non sono pratico di linguaggio fighetto, o ero semplicemente distratto, c’era questa specie di astuccio con scritto “Document Wallet” e io invece ho letto “Document Valley”, e ho pensato che poteva essere davvero un bel posto la Document Valley, vicino alla Monument Valley, ma caratterizzato dal fatto che lì la famosa Burocrazia soffoca il famoso Cittadino che paga le tasse, espressione che non a caso viene usata più frequentemente al singolare, insomma tutto come nel genere che sta diventando di successo, in tv e sui giornali, che non so se ha un nome per definirlo, ma è prossimo al mistery, perché poi in realtà tutti parlano di questa famosa Burocrazia, ma nessuno  sembra sapere bene cosa sia o ha interesse a spiegarlo, in modo da usarne lo spauracchio a seconda della convenienza.

Wild life in the Document Valley

Il richiamo della foresta(le)

Da tempo penso che Giorgia Bronzini, con la sua esperienza, le sue capacità e anche il suo spirito, dovrebbe restare nel ciclismo quando smetterà di correre. Tre titoli mondiali, sempre presente quando l’Italia ha vinto il Campionato del mondo (tranne che nel 1997 ovviamente), capace di essere utile anche su percorsi non adatti a lei, come quello di Rio, e poi una simpatia constatata di persona alla partenza di una tappa del Giro da Caserta, perché poi in tanti anni quante volte l’avranno intervistata in tv? Forse mille volte meno di un centrocampista di serie C. E Giorgia avrebbe dovuto smettere dopo le Olimpiadi, poi è rimasta. Qualcuno diceva che forse aveva soltanto cercato di ottenere qualcosa. Ma se anche lei, come altre, è rimasta nei corpi militari, si vede che o non era così o quel qualcosa non l’ha ottenuto. Le armi si dice che aiutano le atlete a fare sport ad alto livello, e così succede che ai campionati italiani molte cicliste smettono la divisa del club e indossano la divisa tout court o quasi. Ma Giorgia correva per la Forestale, la Forestale è stata inglobata nei Carabinieri, e pare che non era più la stessa cosa, nel senso che le cicliste avrebbero potuto allenarsi solo dopo il lavoro e correre prendendo le ferie. Così ha raccontato la Bronzini in un’intervista alla Gazzetta, per cui mi pare che in questo discorso delle armi e lo sport c’è qualcosa che non torna. E se l’altra carabiniera Annalisa Cucinotta, medagliata europea su pista e vincitrice di varie corse internazionali tra cui una tappa del Giro,  ha accettato, perché di questi tempi un lavoro buttalo via, Giorgia Bronzini, che è una tipa tosta, ha rinunciato e ha detto che spera di avere un ruolo tecnico, semmai nella sua squadra attuale, la Wiggle High5, che potrebbe fare proprio  al  caso suo, visto che hanno già convinto Emma Johansson a correre per un altro anno per fare la chioccia in corsa con le più giovani. E dato che la Bronzini è una di quelle che, come si dice, fanno gruppo, già mi immagino un domani Elisa Longo Borghini, capitana della Wiggle, avvicinarsi all’ammiraglia guidata da Giorgia Bronzini che, dopo uno scambio di battute, le dice: Vai avanti tu che mi viene da ridere.

Chissà i carabinieri belgi

frattaglie

Due cose notavo sulle prime pagine dei giornali di oggi. Il titolone facile facile ma di effetto melodrammatico con l’attacco al cuore di Londra. Ma se pensate a dove vengono predisposte le misure di sicurezza, c’è poco da fare, un attacco al piede o alle frattaglie sarebbe stato meno grave. E poi questa foto con un cerchietto che mi chiedevo perché, poi ho letto la didascalia e ho avuto l’ovvia risposta, ma prima pensavo forse si è indignata qualche associazione di amici dei coltelli?