Manca poco al Giro d’Italia e durante l’attesa le tv ricordano imprese delle precedenti edizioni: salite di 30 km con pendenze al 30%, distacchi di tre quarti d’ora al secondo arrivato, volate con sprinter che si prendono a pugni senza togliere le mani dal manubrio, cronometro con arrivo in posti dove mai si sarebbe pensato, nella laguna di Venezia, nell’Arena di Verona, dentro i Giardini del Vaticano, dentro Palazzo Madama che tanto non serve a niente. Ma di imprese ce ne sono state anche in discesa, e una di queste, neanche di tanto tempo fa, rischia di essere dimenticata, e come al solito deve fare tutto la Zeriba Illustrata. Siamo al Giro del 2015, quello di Contador, Aru e Landa. E’ la 12esima tappa da Imola a Vicenza che sarà vinta da Gilbert, uno che nei suoi anni “negativi” vince due tappe al Giro giusto per non perdere l’abitudine. Si scende da Crosara, un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Alexandre Geniez. E’ un giovane francese promettente: nel 2013 aveva vinto una tappa alla Vuelta. Ci sono ciclisti che vengono dalla pista, dal ciclocross, dalla mtb, dalla bmx perfino; a vedere queste immagini si direbbe che Geniez venga dal monopattino. Cerca di seminare gli avversari, ma semina solo il panico. E’ una discesa memorabile ma da non imitare; potete anche andare in discesa pedalando schiacciati sulla canna come hanno fatto Mohoric, Kwiatkowski e Sagan, e poi quando l’ha fatto anche Froome hanno dato a lui le colpe ma pure i diritti d’autore. Ma non imitate Geniez. Ci ha provato l’anno dopo Zakarin, ma senza fantasia e alla prima curva è andato dritto ed è finita lì, e questo sono bravi tutti a farlo. Ma ci vuole del genio a fare quello che ha fatto Geniez: mancava solo una bancarella della frutta da buttare all’aria e sarebbe stata la perfezione. In quel Giro finirà nono in classifica generale. Quest’anno Geniez, passato alla concorrenza con quella squadra che, stando alla RAI, ha la maglia inguardabile e il nome impronunciabile, insomma l’AG2R, ritorna e, come molti di quelli che preparano le corse a tappe, finora si è un po’ nascosto; al Laigueglia si è limitato a scendere in ultima posizione a distanza di sicurezza dal gruppetto di testa. Ma al Giro sarà un’altra cosa e, se attaccherà in discesa come solo lui sa fare e qualcuno lo troverà poco dopo nella camera da letto di sua moglie, costui sappia che davvero “non è come sembra”: Geniez sarà semplicemente volato attraverso la finestra di quella casa costruita in una curva, garantisco io.
E ieri è arrivata l’inquietante notizia che RCS ha istituito un inquietante premio per il miglior discesista al Giro, in base ai tempi delle principali discese della corsa. Manca solo un premio per chi colleziona il maggior numero di fratture.
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