La Zeriba Suonata – vagabondaggi

Steve Gunn è un chitarrista americano in giro da una quindicina d’anni, e questi suoi giri lo portano dalle parti di rock folk e blues, ma nel suo ultimo disco, The Unseen In Between, Matador 2018, in qualche brano, come ad esempio il qui presente Vagabond, sembra vagabondare nel pop degli anni 80, quelli di Smiths e Microdisney.

Il cane di Marinetti

Succedeva che Filippo Tommaso invitava la simpatica comitiva dei futuristi a cena a casa sua e gli faceva trovare la specialità della casa: i bocconi simultaneisti e cangianti. Però gli ospiti chi diceva di non avere fame, chi si infilava in cucina a vedere se c’erano due spaghetti, chi addirittura diceva di avere già cenato, che non è una bella cosa se ti invitano a cena presentarsi avendo già mangiato. Così i bocconi avanzavano e Marinetti provava a darli al cane, ma questo non li voleva e cercava pure di mordere la mano del padrone, e poi iniziava a emettere dei latrati in libertà, che Filippotommaso annotava perché potevano tornare utili per qualche futuro poema.

La Zeriba Suonata – gattini

Dicono che con i gattini si beccano i clic e i like e io allora ve ne propongo addirittura 4 però non da vedere ma da ascoltare, in un brano brevissimo degli Altro, disciolto gruppo punkeggiante del fumettista Alessandro Baronciani, di cui vi consiglio tutti i libri che trovate.

La Zeriba Suonata – musix

Quel druido di Julian Cope, volendo, cantava pure in gallico, come quando con i Teardrop Explodes traduceva in francese Treason, brano presente in originale su Kilimanjaro, roba del 1980. Un tipo così poteva far comodo nel villaggio di Astérix se in quell’angolo dell’Armorica avessero voluto fare una bella spending review e risparmiare sul personale, perché Saint Julian è sia druido che bardo. Non so se è capace di preparare pozioni magiche che danno superforza, allucinazioni penso di sì, ma di sicuro sarebbe stato più apprezzato di Assurancetourix, che per contro avrebbe potuto avere successo nella rivale Roma come cantautore.

La Zeriba Suonata – così è tutto chiaro

Gli Alt-J lanciarono Tessellate, il loro brano più famoso, con un video in cui l’immaginario da gangsta-rap poteva far pensare a quel genere musicale, ma questa versione live acustica lo riporta nel country-folk. E poi se qualcuno dovesse pensare che i musicisti che usano diavolerie elettroniche poi non sanno suonare gli strumenti veri, o meglio tradizionali, eccovi serviti.

Avventura in Gabon

Si, l’ultimo Tour Down Under sarà stato pure più combattuto degli altri anni ma poi alla fine ci sono state le solite volate, il solito attacco di Porte a Willunga Hill e la vittoria di Impey prevedibile da subito, e pure l’appendice della Cadel Evans Race è stato il più scontato degli ordini d’arrivo, Viviani su Ewan e Impey, roba quotata a 0,005 dagli allibratori, perché se la corsa dedicata allo scalatore Pantani è per velocisti e la più importante gara per le donne in Italia è dedicata a Binda che diceva che le donne devono stare a casa, mica a Evans puoi dedicare una corsa impegnativa? E allora ci sono state cose più interessanti in Gabon dove si è disputata la Tropicale Amissa Bongo. La corsa più importante dell’Africa è organizzata dai francesi che partecipano con le loro squadre professional, quasi a voler dare ragionare al simpatico Governo del Cambiamento della Diplomazia che tutto il mondo non ci invidia ma ci inimica. Le squadre francesi di seconda fascia sono 5 e probabilmente il loro principale obiettivo stagionale è quello di ottenere una delle 4 wild card per il Tour de France e per far questo si rinforzano o credono di farlo, poi dipende dai soldi. E la Arkéa Samsic, che l’anno scorso si può dire sia stata tradita da Capitan Barguil, ha ingaggiato addirittura André Greipel che, anche se ormai anziano, è ancora uno dei più forti velocisti del gruppo, e, per compensare questa specie di retrocessione, si è posto l’obiettivo di stabilire un record particolare, cioè essere il primo a vincere in tutti e 5 i continenti. Quella che può sembrare solo una curiosità statistica sarebbe la dimostrazione con relativo premio della generosità ciclistica del tedesco, che corre molto e dappertutto, è corretto e non permaloso avendo fatto suo il soprannome di Gorilla, forse anzi si sottovaluta perché nelle classiche ha lavorato più per i compagni ma qualche volta avrebbe potuto giocarsi le sue carte, e gli unici che non sono in grado di apprezzare tutto ciò sono quegli italiani sciovinisti e forse pure sovranisti che pretenderebbero che Greipel omaggiasse il Giro d’Italia, la Corsa più Bella del Mondo nel Paese più Ridicolo del Mondo, portando i suoi 75 kg in cima a quella salite assurde che piacciono ai suiveurs sadici, come Zoncolan e Crostis che starebbero meglio nelle gare di mtb, e per far questo compromettesse un buon risultato al Tour. E il livello della gara africana faceva pensare che Greipel avrebbe facilmente centrato l’obiettivo, ma dicevo che le squadre francesi si rinforzano e la Direct Energie crede di averlo fatto ingaggiando Nicolò Bonifazio, un ciclista che percepiamo come ancora giovane perché mai esploso, anche l’anno scorso dopo la vittoria in Croazia si è perso, e si è messo in luce più per i cambi di squadra, al punto che qualcuno ha pensato che tutti questi cambi con annesse polemiche sono un brutto segno, fanno pensare male sul suo carattere, insomma che sia un rompiballe. “Ma infatti” potrebbe dire Greipel: parte la corsa e Bonifazio vince le prime due tappe, del resto deve farsi valere in una squadra in cui dovrà sgomitare con l’ex pistard Boudat, e si sa che se si sgomita i pistard difficile che ne escano perdenti. Poi la terza l’ha vinta Manzin, delle Isole Réunion, geograficamente Africa politicamente Francia, e saremmo curiosi di conoscere la storia del suo prénom: Lorrenzo con due erre, anzi errhe, è pur sempre francese. Poi ancora vince un eritreo, si corre in Africa e ci sta, ma non è un eritreo qualunque, è Biniyam Ghirmay nato nel 2000, e anche questo è un record perché è il primo millenial a vincere una corsa UCI élite, un risultato che tutti si attendevano piuttosto da Evenepoel che esordisce solo oggi a San Juan, ma si scopre che tra gli junior una volta l’eritreo ha battuto in volata proprio il piccolo fenomeno belga. Ora c’è da augurare al giovane eritreo di avere l’occasione di crescere bene e non fare la fine della bandiera nazionale Teklehaymanot che in Gabon ha gareggiato con la nazionale ma non ha ancora una squadra. Dopo Ghirmay ha rivinto Bonifazio, e ormai non ci speravamo più nella vittoria di Greipel che invece arriva alla penultima occasione, quasi come un Marangoni qualunque, se solo Marangoni fosse uno qualunque. E quella rimane la sua unica vittoria, ma sufficiente per il record, perché l’ultima tappa è di Manzin, che se continua così può scavalcare nelle gerarchie della squadra il deludente Cocquard e se diventa famoso sapremo finalmente la storia del suo nome, e la classifica finale, decisa dagli abbuoni, è di Bonifazio, che, essendo ligure, ora lo aspettiamo a Sanremo, dove la sua squadra è stata invitata, e lì non deve risparmiarsi, oops…

Poteva il Gorilla non vincere in Africa?