Guerra regole e riflessi condizionati

Forse era una coincidenza quasi inevitabile, ieri su Internazionale un articolo di Annamaria Testa invitava a smettere di usare un linguaggio bellico per parlare dell’emergenza del coronavirus perché fuorviante e anche funzionale a politiche autoritarie e nazionalistiche mentre sul suo blog Paolo Nori faceva notare che i nostri nonni andavano davvero in guerra mentre noi dobbiamo solo stare sul divano. Ma se a qualcuno potrebbe sembrare esagerato il ragionamento di Annamaria Testa basterebbe pensare a come sono state accettate le famose regole, a cui lei non fa cenno, ma di cui si parla quasi come se fossero date in natura e non una convenzione degli uomini, e se il governo per ipotesi dicesse che si può uscire di casa ma saltellando su un piede solo anche quella sarebbe una regola. E la cosa per me difficile da digerire, forse un’invidia per queste regole, è che già ne esistevano altre che, a meno di decreti governativi, dovrebbero essere ancora in vigore: leggi ad esempio sull’inquinamento acustico, codice della strada e se vogliamo anche norme di buona educazione, ma quelle nessuno le osservava e forse si ritornerà a non osservarle, al punto che spero che certi atteggiamenti acquisiti più o meno a forza in futuro rimangano almeno per un po’ come riflesso condizionato.

Peccato che il Cimitero di Guerra sia aperto solo il primo novembre perché in tempo di pace è l’unico posto dove si può stare in pace.

La Zeriba Suonata – anche i marziani

Anche i marziani stiano a casa e se non sanno cosa fare possono ascoltare un po’ di musica, ad esempio Strange Boutique, primo album dei Monochrome Set uscito giusto 40 anni fa.

E se proprio vogliono prendere un po’ d’aria possono portare fuori il cane marziano (scarabocchio riesumato).

La Domenica della Zeriba – La pulce il lupo e l’upupa

La natura non è tutta rose e fiori.

La pulce il lupo e l’upupa

Nella foresta di Lupemburgo vivevano un lupo e un’upupa. I due erano molto amici, mangiavano insieme dividendosi l’erba lupinella e i lupini di cui erano molto ghiotti e giocavano a nascondino, ma nessuno riusciva mai a scovare l’altro, perché si nascondevano dietro lo stesso albero e si sa che le cose che non si notano sono sempre quelle che stanno sotto il naso, e questo vale anche per chi non ha il naso ma il becco. Un bel giorno si trovò a passare da quelle parti una pulce che vedendo i due che giocavano non poteva credere ai suoi occhi e siccome a lei piacevano le cose secondo natura e non sopportava le stravaganze pensò di mettere la pulce nell’orecchio del lupo e gli gridava: Non ho mai visto una cosa del genere: un lupo amico di un uccello, quando in natura il lupo è predatore e l’uccello è preda. Devi ripristinare il corso naturale delle cose o sarà la fine, lo sfascio totale. E cercava di punzecchiarlo: Così diventerai lo zimbello degli altri animali della foresta. Ma il fatto è che la pulce era troppo piccola e il lupo non poteva sentire la sua vocina che per lui era solo un fievole ronzio. La pulce, non vedendo reazioni del lupo, si agitava e dimenava e urlava e alla fine, stanca, si appoggiò un attimo sul pelo del lupo, il quale, irritato dal prurito causato dall’insetto, per istinto naturale si grattò uccidendo la pulce, e poi, sentendosi ripulito corse a giocare con l’upupa.

L’ottimista

Il gesto atletico che più mi è rimasto impresso nel poco ciclismo visto nel 2020 è stata la volata con cui Ceylin Del Carmen Alvarado ha vinto il mondiale di ciclocross. Si sapeva che praticava anche mountain bike, ma nei giorni scorsi ha annunciato di voler partecipare ai mondiali della specialità a giugno. Probabilmente lei pensa a qualificarsi per Tokyo 2021 ma il suo annuncio presuppone che l’emergenza mondiale termini a breve, e noi ci auguriamo che abbia ragione, anche se sembra ottimista (intanto dopo questo annuncio i mondiali sono stati rinviati, NdZ), ma forse in questo periodo lei vede la vita in rosa perché si è fidanzata col compagno di squadra Roy Jans. E tutte queste notizie, sia quelle serie che quelle facete ce le fornisce Het Nieuwsblad, perché i media italiani del settore, per quanto dicano di voler sostenere il ciclismo femminile e le discipline diverse dalla strada, alla fine preferiscono la foto del Cipollone col cagnolino in braccio che invita i ciclisti a essere generosi, e non so quanto sia credibile ma di sicuro è un po’ distratto perché non si è accorto di alcune aste di beneficenza.

Ceylin con un suo affezionato e assillante tifoso.

La Zeriba Suonata – Ruggiero era leggera

Nel post sui Clannad azzardavo un paragone tra Moya Brennan e Antonella Ruggiero in età matura. Intendevo dire che entrambe mi sembrano adatte a concerti istituzionali di fronte a leader religiosi e capi di stato. La differenza semmai è nel loro passato perché i Clannad, come del resto molti gruppi folk, erano spesso seriosi e Moya non me la ricordo sorridente. La Ruggiero invece ha trascorsi spericolati, non dico scapigliati perché qualcosa mi fa pensare che abbia fatto la fortuna di diversi parrucchieri. Per quello che mi riguarda posso dire che quando apparvero i Matia Bazar negli anni 70 con i loro brani piacioni per pomicioni ormai non era più tempo di stare a sentire musica fatua, lasciamo stare quello che poi si ascoltava mancando di giusti canali, erano brutti tempi con l’impegno politico diffuso, ma devo dire che la versione funky (funqui) mi era sfuggita. Qualche anno dopo, quando l’Italia fu liberata dalle truppe alleate punk e new wave e i cantautori furono costretti a ripararsi nel Premio Tenco, c’era questo programma di culto intitolato Mr. Fantasy e lì a sorpresa ti arrivano proprio i Matia Bazar a dire che loro seguivano quello che succedeva a Berlino Parigi e Londra, eppure quando qualche giornalista che scriveva di new wave citava i Matia Bazar ci lasciava perplessi, perché in quel periodo si seguiva soprattutto la musica inglese e c’era un atteggiamento contraddittorio verso i gruppi italiani che dovevano suonare come gli stranieri e se cantavano in inglese era meglio: perché si ostinavano a cantare in italiano? I Matia Bazar intanto era più facile trovarli nei programmi nazionalpopolari che nei concerti rock che tornavano in Italia dopo gli anni dell’autoriduzione e altre stronzate violente, e proprio a Sanremo nel 1983 fecero il botto con Vacanze Romane, un brano postmoderno citazionista, contenuto nello storico album Tango (estratto: Elettrochoc), un disco influenzato dalla new wave e dalla musica elettronica europea, Kraftwerk su tutti, ma in cui si sente anche qualche ritmo africano. Anche l’immagine e i video erano molto curati e la grafica dei dischi mostrava affinità con i Valvoline e altri illustratori coevi. E poi nei testi a volte sfioravano il non sense e creavano neologismi (nuovi verbi in TangoMarlene). In conclusione direi che i MB sono stati una delle vette della musica italiana negli anni 80 al pari solo dei CCCP Fedeli alla linea! e forse dei troppo derivativi Diaframma, e lasciate perdere quei tamarri dei Litfiba. Eppure non so a cosa sarebbe valso tutto questo senza Antonella Ruggiero, con la sue doti vocali, la sua presenza scenica, il suo carisma, e infatti la sua uscita dal gruppo ha reso i Matia Bazar un’altra cosa, ben poca cosa, ma anche lei non ha proseguito sulla stessa linea, al di là degli omaggi e dei revival, è diventata una cantante di musica seria se non seriosa, fino a interpretare anche brani del suo triste concittadino De André e la leggerezza (cliccate leggermente qui) è l’eccezione senza invenzione.

ammali estremi

Mentre le migliori menti del globo cercano di risolvere il drammatico problema dell’assegnazione dello scudetto del pallone il Governo vara sempre nuovi rimedi per evitare che la gente si ammali uscendo di casa e se non dovessero bastare i droni e lo sfinimento psicologico da continuo rinnovo dei moduli per lo spostamento allora a mali estremi estremi rimedi.

La Zeriba Suonata – il cerchio poco magico del tempo

Digitando Clannad sul motore di ricerca più famoso appaiono pagine di un anime giapponese e se non aggiungete qualcosa tipo “band” non troverete facilmente il gruppo irlandese della fertile, in tutti i sensi, famiglia Brennan, che scriviamo all’inglese per non complicarci la vita. Partiti da un folk abbastanza tradizionale i Clannad agli inizi degli anni ottanta hanno rinnovato la scena folk, e mentre gruppi più energici la buttavano sul punk, Pogues e The Man They Couldn’t Hang su tutti, loro si sono spinti verso l’elettronica soprattutto con l’album Magical Ring, aprendo la strada alla sorellina Enya che per un breve periodo ha fatto parte del gruppo di famiglia. Nel periodo di maggior successo hanno frequentato cattive compagnie come Prezzemolone Bono e poi la loro musica ha perso brillantezza, alcuni si sono messi in proprio e Moya ha la sua dignitosa carriera solista, sembra una versione celtica di Antonella Ruggiero (questa ve la spiego in un prossimo post). Eh, come si chiedeva l’inglese Sandy Denny, da sola o con i Fairport Convention, chissà dove va il tempo?

I Clannad in versione famiglia allargata.

La ragazza invisibile (quasi una zeriba suonata)

Una sera capito per caso sui titoli di testa di Rules Of Attraction e leggo tra gli altri il nome di Theresa Wayman e mi chiedo se si tratta di “quella” Theresa Wayman. Si, era proprio lei, la chitarrista delle Warpaint, e la si vede già nei titoli di testa. Poi appare un’attrice che somiglia molto a Jenny Lee Lindberg ma non è lei. In seguito faccio facili ricerche e scopro che quell’attrice è Shannyn Sossasom che è la sorella della bassista e agli inizi era anche lei nelle Warpaint ma lanciata da quel film è uscita dal gruppo e ha preferito una carriera d’attrice che sembra già nella fase discendente, mentre le ragazze canterine sono arrivate a essere il gruppo attuale preferito dalla Zeriba Illustrata. Poi ho visto per intero il film che Roger Avary, anche collaboratore di Tarantino, ha tratto da un romanzo di Bret Easton Ellis e che viene ritenuto il film più fedele allo spirito dello scrittore. Di BEE non ho letto niente e quindi mi astengo dal giudicare, è uno di quegli scrittori che piacciono ai critici musicali, che non è un buon segno, e il film non è certo un incentivo alla lettura: si racconta di ragazzi di un ateneo prestigioso che si drogano vomitano e fanno sesso con persone diverse da quelle da cui sono attratti e hanno degni genitori, insomma qui si parla dell’élite del centro del mondo e sono cose che devono per forza interessare tutti, non come le cose residuali di cui raccontano gli scrittori iperborei o quelli emiliani, e poi c’è anche la grande verità filosofica più volte sottolineata del nessuno conosce nessuno. Il film eccede in trucchetti fini a sé stessi, come le immagini mandate al contrario, e poi ha la colonna sonora con i pezzi giusti, dai PIL ai Cure dai Blondie alle Go-Go’s (qui il trailer). Ma dicevo di Theresa Wayman, la graziosa attrice una tantum, che per fortuna ha poi scelto la carriera musicale, qui interpreta la ragazza innamorata del protagonista che risulta praticamente invisibile in quel puttanaio generale e a circa metà del film – ATTENZIONE, SEGUE SPOILER – si suicida, e che debba farlo lei tra tante sgallettate non è una cosa simpatica.

A sinistra Jenny Lee Lindberg col suo basso, a destra Shannyn Sossamon e Theresa Wayman in una immagine del film.

Perline di Sport – verso Tokyo 2021

Le Olimpiadi sono state rinviate, qualcuno avrà fatto sacrifici per niente, qualcun altro che già era vecchio per il 2020 la vede dura, come Van Avermaet campione uscente che avrà 36 anni, ma cosa dovrebbe dire Valverde che ne avrà 41? Ma poi ci sono anche gli infortunati che hanno più tempo per recuperare, e in questa categoria spicca il nome di Jolanda Neff che ha da poco ripreso ad andare in bici. Apro una parentesi: fate attenzione con le lingue straniere perché a volte le parole significano qualcosa di diverso dalle somiglianti parole italiane, e infatti su instagram Jolanda invita a restare a casa per il coronavirus e poi parla di suo “recovery”, ma niente  paura-bis per lei perché non vuol dire “ricovero” ma “recupero”. Per Tokyo potrà recuperare anche la sua rivale PFP, intanto nell’attesa (un po’ lunghetta), vi propongo delle rare immagini di Jolanda Neff vincente, ché non mi ha mai dato la soddisfazione di vederla vincere in diretta. In particolare cliccando qui la vedrete appena 22enne trionfare nella prima edizione dei Gioghi europei di Baku. Voi direte che come filmato è un po’ troppo breve, beh, fate conto di essere tornati agli anni 80 prima della Coppa del Mondo su strada, quando a volte le dirette di De Zan avevano più o meno la stessa durata.