La Zeriba 10 – la vitalità della decadenza

Riascoltando il gruppo misto Ladytron, che da oltre un ventennio fa musica elettrogotica e decadente agli inizi più ballabile e a volte stereolabile e col tempo diventata più lenta ambient e a tratti psichedelica, mi è venuta in mente una vecchia barzelletta. C’è l’Europa che decade dalla fine dell’800 e mano a mano che decadendo passa da un secolo all’altro, per farsi coraggio si ripete: “Fino a qui, tutto bene.”

White Elephant

90 Degrees

Kletva (versione dal vivo di una delle non rare canzoni con testo in bulgaro e pertanto l’immagine del video è fuorviante perché ritrae Helen Marnie ma la bulgara del gruppo è Mira Aroyo)

Quintana l’avevo detto

Quel ciclista che sembra più vecchio di sé stesso e preoccupato solo di sé stesso e che dicono che ha un brutto carattere e che sorride poco, quel ciclista che non è mai riuscito a diventarmi antipatico l’avevo comunque visto cambiato nell’ultima tappa del Tour dell’anno scorso quando cercava fotografi e operatori per una immagine ricordo con tutti i ciclisti colombiani. Eppure aveva vinto Bernal non lui ma in un’intervista riconosce che Bernal è un fenomeno a parte, un caso isolato, ma il bello della faccenda è che lui stava parlando d’altro, cioè di manager loschi che illudono i giovanissimi colombiani prospettandogli grandi guadagni e la partecipazione al Tour ma poi una volta in Europa questi ragazzi vivono male e finiscono per abbandonare tutto. E Quintana dall’alto della sua autorità, che potremo definire incompleta perché sembrava destinato a vincere il Tour e invece ancora niente, ha denunciato questa cosa e forse aveva ragione chi nel suo impenetrabile volto dall’età imprecisabile vedeva l’orgoglio indio che secondo me non si manifesta con gli applausi isterici sui balconi.

Perline di Sport – Wynants che lavora per gli altri

Maarten Wynants ha annunciato che dopo la Roubaix del 2021, all’età di 39 anni, si ritirerà e i più si chiederanno chi è questo ciclista. Wynants è un gregario che vuole correre altre due Roubaix (la prima si correrà durante il prossimo Giro d’Italia) non per riuscire a vincere ma per aiutare un suo capitano, perché lui è un gregario forte soprattutto nelle classiche del pavé, e infatti da professionista non ha mai vinto su strada, le uniche vittorie di cui si trova notizia sono il campionato nazionale under 23 e una gara in mtb, però tra Fiandre e Roubaix è più volte arrivato tra i primi venti con miglior risultato un decimo posto alla Roubaix del 2012. Ma la maggiore curiosità legata a Maarten Wynants è il fatto che, nonostante sia vivo e ancora in attività, da qualche anno c’è una corsa femminile che porta il suo nome, una cosa che capita solo a campionissimi col cognome di tre lettere come Vos e Nys. Le ultime due edizioni della corsa sono state vinte da italiane: nel 2018 da Marta Bastianelli e nel 2019  da Elisa Balsamo, compagna di mille avventure, anzi per ora facciamo cento che sono giovani, di Letizia Paternoster ma non altrettanto popolare perché è una ragazza assennata e non fa i video wow che la Gazzetta poi ricicla. Il filmato che vi ho proposto è brevissimo però a quelli che non sono pratici, ma non vorrei scoraggiare nessun aspirante suiveur, può rendere l’idea di quello che si può vedere sul traguardo se tutto va bene.

La Zeriba Suonata – Black Surf Matters

Neanche io che negli anni 60 c’ero me li ricordavo e li ho scoperti per caso: un gruppo di neri che si chiamava Les Surfs e che in anni di black panters e blackxploitation faceva una musica bianca balneare come il surf, come è possibile? Semplice: non erano americani, erano quattro fratelli e due sorelle del Madagascar e quindi di sicuro non vaneggiavano un ritorno alla Madre Africa, ci stavano già. E da lì, dove vinsero un concorso e iniziarono ad avere molto successo, si trasferirono in Francia dove però li adattarono, diciamo così, a fare cover di canzoni di successo, ad esempio una versione francese di If I Had A Hammer, canzone di protesta di Pete Seeger resa famosa da Trini Lopez e poi presa a martellate da Rita Pavone; nel filmato possiamo anche verificare la divisione dei compiti in famiglia con le sorelle ottime cantanti e i fratelli soprattutto coristi e ballerini. E dato che dalla Francia andare a Sanremo è un attimo parteciparono a ben 4 edizioni del Festival e solo quando li vediamo avvicinarsi a Mike Bongiorno, che parlava italiano come un mattoide uscito da un libro di Celati o di Cavazzoni (“sono le emozioni che succedono”), ci accorgiamo della loro bassa statura che sembra gli procurasse molte simpatie. Dopo qualche anno i membri della famigliola iniziarono a prendere strade diverse, carriere soliste, riunioni parziali, e revival, hanno vissuto chi a Nizza chi in Canada chi in California e poi c’è stato chi è tornato in Africa ma solo per essere sepolto.

Con Les Surfs gli impresari risparmiavano sulle limousine.

Perline di Sport – Nicolino l’imperfetto

Se non siete sciovinisti che si interessano solo dei ciclisti italiani e avete due quarti d’ora di tempo mettetevi comodi prendete mezzo chilo di popcorn o di patatine ma se preferite va bene anche qualcosa di  commestibile e una bibita supergassata superenergetica supercool o un vin brulé ghiacciato, insomma quello che preferite, perché ora parliamo e vediamo in azione Niki Terpstra che si è fatto male in un periodo negativo. C’è stato il gravissimo incidente di Zanardi, poi, non so se è una coincidenza oppure no, subito dopo che qualcuno aveva ipotizzato che Zanardi stesse al cellulare al momento dell’impatto, il Presidente della Lega dei ciclisti professionisti ha invitato i suoi iscritti a non fare video mentre pedalano, e chissà che non si riferisse soprattutto alla bionda trentina e ai suoi videini uau che viene da chiedersi se è la stessa che fa prodezze in bicicletta soprattutto su pista o è solo un’omonima che le somiglia, e però ci sta bene in questo post in cui parliamo appunto di ciclisti imperfetti, e dicevo quei videini poi la Gazzetta subito li ricondivide col mondo intero. Niki Terpstra qualche giorno prima per scansare delle oche aveva urtato un sasso ed era caduto. Ora non so cosa è successo da quelle parti, a leggere Het Nieuwsblad c’era solo preoccupazione per le condizioni del corridore che erano gravi, fosse successo qui probabilmente ci sarebbe stato il processo al proprietario delle oche e alle oche medesime che qualcuno avrebbe proposto di abbattere. Poi per fortuna Niki si è ripreso velocemente e ha lasciato l’ospedale però proprio le classiche del nord a lui congeniali rischiano di essere compromesse, o almeno la preparazione. Ma questa è la terza grave caduta di Terpstra in neanche due anni e il motivo per cui siamo tutti qui riuniti è che qualcuno ha insinuato che quando un ciclista cade spesso è segno che si è fatto vecchio. E infatti Terpstra ha da poco compiuto 36 anni e però sembra ancora un nome seminuovo perché è maturato lentamente, ha iniziato a vincere su pista, inseguimento a squadre e poi 6 giorni, mentre su strada era gregario e cronoman. Poi si è sbloccato nel 2012 diventando ufficialmente uomo da classiche, in primavera vinse la Dwars door Vlaanderen succedendo a Nick chi cazzo è Nuyens e però già in quel caso vediamo che rischiò di cadere dopo il traguardo. Vinse in quella che diventerà la sua maniera, con fughe da lontano preferibilmente solitarie, salutò Vanmarcke che a sorpresa aveva battuto Boonen all’Het Nieuwsblad, staccò Chavanel e il giovane Wallays e arrivò da solo, festeggiò un po’ troppo e per fare uno di quei gesti simbolici che vai a capire che cosa vogliono simboleggiare rischiò di cadere. Ma quelli che vanno bene sulle pietre non dovrebbero essere bravissimi in bicicletta? E lo stesso dicasi dei pistard, quale lui pure era? E i seigiornisti dovrebbero essere anche dei furbastri vecchie volpi capaci di mettere nel sacco avversari più forti (vedi Duclos-Lassalle ai danni di Ballerini alla Roubaix 1993). Dovrebbe essere così, ma sempre in quel 2012 a fine stagione lo ritrovammo in fuga alla Paris Tours con Marcato, secondo l’anno prima dietro l’altro astro nascente pure lui in ritardo Van Avermaet (era periodo di stelle nascenti) e voglioso di rifarsi, e ti aspetteresti il seigiornista scafato che beffa lo stradista che la pista mai l’ha vista, e invece Nicolino, impaurito dal sopraggiungere di quel bestio di Degenkolb, tirò la volata a Marcato che deviò impercettibilmente per tutta la larghezza della carreggiata ostacolando Laurens De Vreese e vinse con l’olandese che arrivò terzo in una corsa che proprio non gli riesce di vincere. Però in compenso, anzi stra-compenso, Terpstra ha vinto ancora la Dwars, Harelbeke, la Roubaix sempre in fuga da solo, fino al capolavoro del Fiandre 2018, mentre Marcato e De Vreese non hanno vinto più niente e si sono riciclati il primo come gregario nelle squadre di Saronni e il secondo come rapper dell’Astana. Poi vai a capire come succede che una squadra francese di seconda fascia lo strappa allo squadrone belga dal nome cangiante, forse molti soldi, e va a finire che lui non vince più nulla, ma pure il cosiddetto Pacco del Lupo non sembra più quello di una volta e Terpstra avrebbe potuto continuare a esserne capitano, visto che Gilbert se n’è andato Stybar le corse più importanti le sfiora soltanto e i giovani sono cresciuti solo anagraficamente e per il Fiandre sperano addirittura nell’esordiente Alaphilippe. Però è davvero il caso di dire che l’importante è la salute.

L’ho scritto che una delle cose di Terpstra che a me piacciono e ai giornalisti no è il fatto che parla poco?

La Zeriba Suonata – fine di una storia

I Sundays ebbero più successo tra il pubblico che tra i critici, soprattutto col singolo Here’s Were The Story Ends tratto dal loro primo album Reading, Wrinting And Arithmetic del 1990, canzone che, non fosse altro che per il titolo, sembra quasi simboleggiare la fine del pop britannico degli anni 80, fatto di canzoni spesso lievi e dondolanti con video in bianco e nero ambientazioni periferiche e a volte con protagonisti dei bambini. Nel 1990 ci furono altri begli album a chiudere quell’epoca, come l’ambizioso Jordan The Comeback dei Prefab Sprout e l’omonimo dei LA’s, anche se quello forse era più che altro un bel singolo con un album intorno e il cantante per quella faccia da teppistello sfigato un po’ anticipava il brit-pop dei 90 e band come gli Oasis.  Poi non è che si può tracciare una separazione netta e gruppi che attraversavano la frontiera dei decenni portandosi dietro come bagaglio sonorità degli 80 ce n’erano, come i Teenage Fanclub e i gruppi della Sarah Records. E poi subito dopo arrivarono i Cranberries che sembravano scappati dagli 80 per passare direttamente negli anni 90 attraverso qualche pertugio temporale. Giornalisti faciloni li accostavano agli U2 solo perché irlandesi ma in realtà erano smithsiani al punto che se si confrontano la loro Stars e Girlfriend In A Coma sembra che l’una inizi dove finisce l’altra.

Un’altra cosa che accomuna Cranberries e Sundays è il fatto che sarebbe difficile immaginarli senza le rispettive cantanti.

La Zeriba 10 – Questa volta parliamo di uomini

Nelle mie rubriche musicali ho proposto spesso cantanti donne e gruppi femminili e allora questa volta parliamo di un gruppo maschile, The National, che sono in giro dall’inizio del secolo e fanno un rock gusto country influenzato da Radiohead e Leonard Cohen, spesso con molti strumenti ma senza enfasi, senza l’effetto fanfara, riuscendo invece a essere ugualmente sobri e rendendo fuori luogo l’accostamento a quel famoso tipo del New Jersey dal soprannome antipatico che invece suona il rock come farebbe la banda dei Carabinieri. Caratteristica del gruppo è anche la voce baritonale di Matt Berninger, e allora come ascolti vi segnalo due brani in cui la si può apprezzare meglio: This Is The Last Time e Not In Kansas. E così abbiamo parlato di uomini, però dato che c’è una cantante che sta cercando di battere un record di presenze a vario titolo in questa rubrica, beh, anche lei ha duettato più volte con The National, e devono essere proprio amici dato che dal vivo si abbracciano e si baciano e in questa circostanza Berninger la invita a ballare, per cui non saprei se è il più bravo cantante degli anni 10 ma il più invidiato probabilmente sì.