Quel fulmine di Dick

Dick Fulmine potrebbe sembrare il nome di un protagonista di film porno e invece è un personaggio dei fumetti ritenuto il primo supereroe italiano. Creato durante il fascismo il personaggio è sopravvissuto nel dopoguerra riciclandosi come tanti italiani in carne e ossa. Non aveva poteri particolari, solo una forza erculea naturale che non gli derivava da nessun evento particolare come accadeva con i colleghi americani, insomma non era caduto in un crogiolo dove si fondeva l’oro donato alla patria o altre cose del genere. Io ne ho letto una sola storia che in una lunga vicenda editoriale non è un campione significativo, insomma non è sufficiente a farsi un’idea del personaggio o del suo linguaggio. Nel volumone Gli scorpioni del deserto. Uomini e guerra, realizzato per l’edicola da Panini e quotidiani vari e quasi interamente dedicato a Hugo Pratt, c’è la storia intitolata L’S.79 di Dick Fulmine pubblicata nel 1940, in cui il nostro eroe in poche pagine prima si batte contro gli inglesi che indossano il pratico gonnellino scozzese e poi contro i famosi negri che fanno torture etniche. E’ interessante passare in rassegna le esclamazioni che l’eroico e virile personaggio non riesce a trattenere nei momenti salienti della vicenda perché quando ci vuole ci vuole: Accipicchia, Perbaccone, Porca l’oca, Perdiana, Perdiancina (dev’essere un diminutivo di Perdiana). Ma il finale riserva la classica delusione cocente (del resto la storia si svolge sotto il sole africano): Dick e un suo amico vengono salvati da una pattuglia di connazionali che vedendoli malridotti gli chiedono se hanno bisogno di qualcosa dall’infermeria, e Dick risponde che hanno bisogno solo di pollo e birra, ma allora che ne dobbiamo fare di tutti gli energetici bocconi simultaneisti e cangianti cucinati secondo le ricette di Filippo Tommaso e che sono avanzati, li dobbiamo buttare?!