Wal(mar)t Disney

Gli italiani sono incontentabili: giusto 10 anni fa il mondiale maschile di ciclocross fu dominato dai belgi che ne piazzarono 7 ai primi 7 posti e si lanciava l’allarme perché la disciplina stava diventando uno sport locale. Per allargare la platea di praticanti pubblico e soprattutto sponsor il mondiale di quest’anno è stato assegnato agli USA e neanche va bene perché non era il caso di andare fin laggiù dato che il ciclocross è soprattutto una faccenda europea. In effetti con il covid non è stata una trasferta consigliabile e poi gli americani di loro ci hanno messo solo i soldi. Walmart ha sponsorizzato l’evento e il percorso è stato allestito nel parco cittadino con tratti posticci, ma ne è venuta una cosa che non andava bene né per una gara di alto livello perché c’erano pochissime difficoltà e non hanno pensato neanche a mettere delle tavole da saltare, né come sito tipo Disneyland perché si sono dimenticati di costruirci un castello. Poi ci si è messo il clima secco e neanche tanto freddo, e gli atleti dimostravano di non trovarsi a proprio agio con le maniche corte, quindi non c’era neanche il fango di ottobre quando qui si corse per la Coppa del Mondo. E proprio per questo è stata ancora più notevole la vittoria in solitaria di Tom Pidcock su un percorso non adatto a fare selezione e che ha favorito gli stradisti, come il francese Venturini quinto e lo svizzero Christen vincitore tra gli junior, il quale è stato il più spettacolare – nel senso circense – dell’intera manifestazione con whippate e un tentativo di attacco da corsa su strada. Invece Pidcock ha fatto qualche numero solo nel giro finale con una whippata e tagliando il traguardo disteso in orizzontale sulla bici a guisa di Superman. Tommasino è incluso nel trio di tenori, di giganti, insieme a Van Aert e Van Der Poel, ed essendo l’unico di loro in gara era il favorito, ma oltre che multidisciplinare è anche trasversale, perché è anche uno dei tre piccoletti, il gigante più basso del mondo, e i tre hanno occupato tutto il podio, con il paesano davvero basso Larsino Van Der Haar secondo ed Elino Iserbyt terzo, così che i belgi che hanno dominato la stagione tornano a casa solo con questo bronzino. A provare ci hanno provato, attaccando a ripetizione per stancare il britannico, il quale effettivamente a metà gara si è stancato, nel senso che si è stufato, ha attaccato lui e ha fatto il vuoto. Un particolare che fino a un certo punto è curioso ma da un altro punto dimostra l’attenzione ai dettagli è che gli unici tre che hanno portato la borraccia hanno vinto: Pidcock, Vos e Puck Pieterse che dopo tanti piazzamenti nelle gare élite di coppa ha vinto la gara più incerta, quella delle under 23 in cui, come già il sabato le connazionali Vos e Brand, le tre ex olandesi hanno sbaragliato solo le atlete di altre nazionali ma tra loro hanno fatto tattica fin quasi al surplace.

That’s All Folks!

Giorno sbagliato per smettere di lavorare

Per chi ha superato i 60 anni e ha già iniziato un comunque lunghissimo conto alla rovescia per la pensione ieri è stata una brutta giornata a causa dei cattivi esempi dal mondo del lavoro. Un italiano ottantenne è stato costretto a continuare a lavorare per mancanza di figure professionali nel suo settore. A Maiorca il 42enne Alejandro Valverde ha ottenuto la sua centotrentennesima vittoria ma almeno nell’occasione ha annunciato che a fine stagione si ritirerà, e nella stessa gara ha fatto lo stesso annuncio Davide Rebellin, che ha 50 anni e diversamente avrebbero dovuto abbatterlo. E poi gran finale con i mondiali di ciclocross con la 44enne ceca Katerina Nash che quando a ottobre, in qualità di rappresentante dei ciclisti nell’UCI, distribuiva medaglie ai mondiali su pista pensavo si fosse già ritirata, ma lei vive negli USA e non poteva perdersi l’occasione di disputare un mondiale semicasalingo, ed è riuscita ad arrivare 13esima. Come se non bastasse, la gara è stata vinta dalla 35enne Marianne Vos, 16 anni dopo il suo primo titolo mondiale, otto anni dopo l’ultimo, otto campionati del mondo, uno in più di quelli che gli attribuivano quei tirchi della RAI e soprattutto uno in più di Eric De Vlaeminck. Nonostante Worst e Betsema abbiano mandato il certificato medico rimanendo a casa, le ex olandesi hanno occupato tutti i primi posti, l’unica infiltrata è stata Silvia Persico che si è infiltrata talmente bene da vincere il bronzo, ma è giovane e da qui alla pensione ha tutto il tempo per vincere.

E’ stato definito un duello titanico quello tra Marianne Vos e la giovanissima Lucinda Brand appena 32enne.

Ricorrenze irregolari

Il 27 gennaio di 39 anni fa moriva Louis De Funès, attore francese brillante sia per il genere da lui più frequentato, la commedia, sia perché nelle sue arrabbiature brillava come esplosivo. I suoi film girarono molto sulle prime tv locali/private tra fine 70 e inizio 80. Nel 1989 si celebrarono i 200 anni della rivoluzione francese e tra i tanti eventi ci fu un progetto di arte postale. Ero da poco entrato in questo mondo quasi sotterraneo e non certo per fare il micropittore informale, e per quella circostanza inviai una vignetta che faceva riferimento all’attore. Nell’arte postale i cataloghi, tranne poche eccezioni con qualche ente munifico a pagarli, erano rari e spesso miserelli, con i nomi dei partecipanti e poche riproduzioni, e in quel caso c’era anche la mia vignetta, in cui al posto di Luigi 16 potrebbe anche starci qualche capo o aspirante tale odierno.

La Zeriba Suonata – My favorites songs

Non credo abbiano mai dedicato una canzone a qualcuno di nome Toon o Eli e neanche per Thomas mi viene in mente niente, e se ce ne fosse una intitolata a un Quinten fa nulla perché l’avvicinamento a questi mondiali è come un colino che sta filtrando i partecipanti per il costo del viaggio e per il covid, e proprio Hermans vincitore della prova di Coppa disputata sul percorso del mondiale resterà a casa. Però c’è il Michael dei Franz Ferdinand, il gruppo punk-funk di seconda generazione che ha avuto anche il merito di far riscoprire la musica dell’etichetta Postcard, però il loro Michael è un ballerino che aspetta le ragazze su un piatto d’argento, Vanthourenhout l’argento l’ha già vinto una volta alle spalle di uno dei Grandi Assenti, e se tanto mi dà tanto punterà più in alto, minimo al bronzo, se tutto va bene.

Franz Ferdinand – Michael

A Lucinda pensarono gli A Certain Ratio, gruppo punk-funk di prima generazione: dicevano che questa volta non c’è tempo. E infatti stavolta c’è quella della canzone successiva, e Brand ha già messo le mani avanti dicendo che è stato bello portare in giro la maglia iridata, anche quando i colori non si vedevano più.

A Certian Ratio – Lucinda

Leonard Cohen, che non ballava sul dancefloor e stava sempre triste, cioè chiagneva e fotteva, diceva a Marianne che è tempo di tornare a ridere e piangere. E se la Vos non si fa prendere dalla foga può tornare a ridere vincendo 16 anni dopo la prima volta, più so long di così.

Leonard Cohen – So Long, Marianne

Storie di Alto Profilo

Gli gnomi non avevano mai visto un gigante, ne avevano solo sentito parlare. Un giorno passò dalle loro parti un nano e gli gnomi nascondendosi sotto i funghi dicevano: “Attenti, ecco il Gigante.”

Balconi brabantini

Quando in un Paese non c’è una cultura politica al livello di quella italiana si possono verificare spiacevoli limitazioni delle libertà individuali. Prendete i Paesi Bassi che non hanno conosciuto qualcosa di simile al rinnovamento forzitalico e ignorano la scienza politica lunardiana: di fronte a un aumento dei casi di covid ancora si ostinano con le chiusure. Forse la potente lobby dei ristoratori lì al nord non è potente e forse non è neanche una lobby. E così la Coppa del Mondo, come ormai è tradizione, si è conclusa a Hoogerheide, cittadina del Brabante, che non è neanche la zona della capitale, più internazionale, ma un luogo di ignoranti dove non a caso è nato un pittore brutto che si tagliò un orecchio e prima ancora uno che si chiamava Geronimo e dipingeva scene malate piene di esseri mostruosi. E in questo contesto di arretratezza la gara si è svolta senza pubblico, o meglio senza pubblico lungo il percorso. Ma il campo di gara è circondato da palazzine e la gente si è disposta sui balconi non per cantare l’inno o per applaudire i medici ma per seguire la corsa e applaudire i ciclisti pensando andrà tutto bene, almeno nella gara femminile. E grazie, lì c’era solo la povera ungherese Vas che cercava di farsi strada tra tutte le ex olandesi, ma su tutte la quasi omonima ragazza del Brabante, nata nella stessa città di Geronimo, che ha avuto il dono da Dio e ora per educazione nei confronti di Dio deve vincere, cosa che le riesce pure bene. Marianne Vos e Lucinda Brand che ha vinto la classifica di Coppa sono favorite per il mondiale di sabato, sono due vecchie volpi in gran forma mentre le altre ragazze di mezza età non stanno attraversando il loro momento migliore, e le rivali più toste sono state le ragazzine che in Arkansas gareggeranno tra le under 23. Stavolta è stata più spettacolare la gara maschile, con continui ribaltamenti ed errori a volte clamorosi, pure Michaelone Vanthourenhout ha fatto una piroetta saltando gli ostacoli, e Tommasino Pidcock, dopo una caduta di gruppetto degna di quelle del Tour de France, è andato in fuga e sembrava irraggiungibile ma Elino Iserbyt e Michaelone in combutta con Larsino Van Der Haar hanno iniziato a rosicchiargli il vantaggio, si avvicinavano e tra una scivolata una mezza caduta e una piroetta si sono ricongiunti, finché Eli ha allungato a sua volta e vinto la gara e la Coppa, Van Der Haar ha preceduto Pidcock in volata, e ora via verso un mondiale apertissimo. La gara di Hoogerheide è dedicata a un altro grande crossista brabantino, Adrie Van Der Poel, che di questi tempi è più noto come papà ma ieri nessuno dei figli era in gara a causa dell’epidemia di mal di schiena. Non va bene neanche per la Signora Alvarado perché le quotazioni della figlia Ceylin sono in ribasso al punto che, nonostante l’assenza di pubblico, la madre non è stata inquadrata. Invece alla fine si è visto Luca Bramati con le sue cicliste, Persico e Lechner arrivate in top ten e la figlia Lucia, e quando si è messo lo zaino sulle spalle sembrava un padre andato a prendere la figlia a scuola.

Ma quanto costerà una casa con vista su Marianne Vos e compagne?