La Zeriba Suonata – L’Anita in bicicletta

Oggi inizia il Giro d’Italia Donne e la cosa non può passare sotto silenzio, per cui fate avanzare la banda.

The Smiths – Some Girls Are Bigger Than Others

Se il libro ufficiale del Giro maschile è Il Garibaldi, quello del Giro femminile si chiama L’Anita.

America’, facce Sagan!

Il Tour si corre col caldo, ma quest’anno il clima rischia di essere ancora più infuocato per le proteste delle periferie, che sono solo uno dei tanti motivi di contestazione in un paese di cui gli italiani si divertono a dire male ma dove la gente non sta certo ad accettare passivamente tutte le sceltte dei governi. Ad esempio qualche squadra è alloggiata in alberghi dove il personale è in sciopero e immagino le ammiraglie che sfrecciano nei corridoi per portare l’acqua ai corridori. E questo sarà l’ultimo Tour di Peter Sagan che ormai sembra il Joe Biden del ciclismo, da giovane impertinente diventato un vecchio brontolone, non vince più una corsa, neanche il campionato slovacco in cui è caduto e se l’è presa col primo ciclista che passava da quelle parti, e poi è stato condannato per guida, di scooter non di bici, in stato di ebbrezza e si è scusato e ha detto che questo servirà a farlo diventare una persona migliore, e chissà a cosa è servito il precedente di due anni fa. E però alla presentazione delle squadre ha impennato ancora una volta, secondo il copione.

Il prossimo Indiana Jones

Un amico che c’ha un cugino che è fidanzato con la sorella di una che ha fatto la comparsa nell’ultimo film della serie Indiana Jones mi ha detto che ai produttori, quando hanno girato le scene in Sicilia, è venuta l’idea per un nuovo episodio che dovrebbe intitolarsi “Indiana Jones e il ponte maledetto”.

Fake Bike

Rubrica di fake news a cura dell’Unità di Crisi della Federciclismo

Il male oscuro

Si registrano progressi nello studio di una misteriosa patologia sempre più diffusa nel mondo del ciclismo e che nella comunità scientifica è definita “frattura della clavicola”. Appare sempre più fondata l’ipotesi di una sua diffusione tramite contagio. A ulteriore sostegno di questa teoria vi è il caso di Filippo Zana, l’ex campione italiano favorito per la successione a sé stesso. Dopo aver vinto il Giro della Slovenia Zana è stato premiato dal fuoriclasse locale Primoz Roglic, più volte colpito da quel male, e tre giorni dopo in allenamento ne ha manifestato i sintomi.

Contatto tra clavicole.

Bandana Republic

Per gli italiani il ciclismo è sinonimo di salite mentre le cronometro sono una brutta cosa che non si augura a nessuno. C’è molta nostalgia dei bei tempi in cui non c’era l’obbligo dei caschi e alle prime rampe delle salite volavano le bandane. In questo clima giovani promettenti passano al professionismo senza aver mai corso una cronometro, che infatti al Giro d’Italia dei Piccoli non è prevista da anni, e pure quando la Federazione è costretta a far disputare i campionati italiani della specialità si inseriscono nel percorso lunghi tratti in salita che non favoriscono i passisti. E, nonostante le polemiche sul percorso del recente campionato nazionale, la Federazione è decisa ad andare avanti su questa linea, al punto di aver chiesto una modifica al progetto del costruendo velodromo di Spresiano raccomandando l’inserimento di una salita lungo i 250 metri dell’impianto.

La modifica.

Elisa e l’Eliseo

Un’altra polemica sui recenti campionati è quella di Elisa Longo Borghini, campionessa italiana seriale avendo vinto 11 titoli tra crono e strada, di cui gli ultimi due in abiti civili non facendo più parte delle Fiamme Oro. ELB si è lamentata della mancata trasmissione televisiva della prova a cronometro e, poiché neanche sulla trasmissione dell’imminente Giro Donne ci sono certezze, Elisa 1 ha detto che il suo obiettivo principale è il Tour de France che assicura maggiore visibilità. Queste parole hanno ispirato l’ex premier Enricò Lettà, che ha problemi di visibilità ancora più gravi dato che ormai non pubblicano più neanche le sue foto insieme alla premier in carica, e ha annunciato la sua intenzione di candidarsi alle prossime elezioni in Francia.

Ma se si indossano sempre gli stessi colori, cosa dovrebbero fare le armocromiste, andare a rubare?

Il campionato italiano più pazzo del mondo

Non sono bravo a fare pronostici ma se stamattina qualcuno mi avesse chiesto un nome su cui puntare oggi pomeriggio avrebbe vinto una sommetta. Sì, è vero che Simone Velasco in carriera ha vinto poco ma i suoi avversari anche meno, e poi è veloce tiene in salita nella crono di giovedì ha dimostrato di stare bene e poi correva con il numero 17. Oggi poi ha davvero esagerato in tutti i sensi, dopo la vittoria ha ringraziato un’infinità di persone, vivi e morti, e se vi trovavate a passare da quelle parti capace che ringraziava pure voi. Ma ci sta perché il giornalista amico dei banchieri ha scritto di lui che è mezzo elbano mezzo bolognese e mezzo sanmarinese. Lui però dice di essere cittadino del mondo dando subito una delusione ai tifosi azzurri, perché se ai Mondiali dovesse partecipare la nazionale dei cittadini del mondo Velasco correrà per quella, chiunque sia il cittì sempre meglio del Benna. Dicevo le scommesse, sul trentino Trentin che correva nel suo Trentino e su Rota si poteva casomai scommettere su come sarebbero riusciti a perdere, in particolare il primo, bravo ragazzo che non dice cose banali e potrebbe avere un futuro da sindacalista se non manderà tutti i colleghi a quel paese. E Matteo ha fatto lavorare il povero Formolo mentre lui parlottava in fondo al gruppetto con Sbaragli, ed è vero che non è più tempo di sceriffi nel gruppo ma neanche un pochino di carisma, di rispetto: in volata il toscano ha stretto, vabbe’, diciamo che ha strettino Trentin e questi gli ha mostrato il dito medio lo ha mandato a quel paese e ha fatto ricorso alla giuria e forse anche al TAR, ma se non vince neanche con il TAR non lo so.

Se la squadra è kazaka quella non è acqua minerale.

A spasso con la Zeriba – La Madonna con la pistola

Nel capoluogo di regione meno ci vado e meglio sto, per questo ho preferito mandare stritviù a verificare se la Madonna con la pistola di Banksy è ancora al suo posto.

Per i viaggiatori, che vadano a Napoli come se fosse una città come le altre o che l’affrontino con spirito avventuroso come un’esperienza estrema, diciamo che bisogna andare in pieno centro dalle parti del Duomo, nell’affollata e stretta Via dei Tribunali che all’improvviso si allarga perché c’è Piazza Gerolomini (o Girolamini) con la Chiesa omonima in fase di restauro.

E tra auto in sosta e transenne, su un muro laterale si può intravedere l’opera di Banksy che alcuni privati hanno voluto proteggere con una cornice.

Evidentemente a Napoli c’è attenzione non solo per i calciatori bipedi e quadrupedi.