Ho visto che su internet il proverbio napoletano che dice che il risparmio non è mai guadagno viene inteso male, cioè viene interpretato in termini economico-finanziari, ma la corretta interpretazione è che cercare di risparmiare sulle spese non è un buon affare. Ad esempio se comprate un pacco di biscotti da un chilo a un euro difficilmente saranno di buona qualità, il problema è per chi non può permettersi di meglio. E se comprate un marker o un evidenziatore importato dalla Cina potrebbe rivelarsi già secco, mentre uno italiano o europeo lo pagate il doppio o il triplo o anche il quadruplo però qualche giorno in più, non molti, vi durerà. Forse nelle Fiandre la pensano allo stesso modo e vi racconto perché. A Tabor nella Repubblica Ceca è iniziata la Coppa Del Mondo di ciclocross che da quest’anno doveva allargarsi fino a 15 prove e invece a causa del covid si è ristretta a sole 5. La prova arrivava al termine di una settimana impegnativa con una gara a Kortrijk il giorno prima e il venerdì l’assegnazione del premio ai migliori ciclisti fiamminghi del 2020, un uomo e una donna (non come in certi premi italiani), una manifestazione a cui tengono molto visto che Het Nieuwsblad vi ha dedicato molti servizi. Per far presto e per maggiore sicurezza dal punto di vista sanitario i belgi hanno raggiunto Tabor con un volo privato, un aereo con otto posti, giusti giusti per la nazionale maschile e il supercittì Sven Vanthourenhout. Va detto che il supercittì non ha superpoteri e quindi non può volare come Superman, mentre il suo quasi omologo italiano ha almeno il potere dell’ubiquità. Infatti certe domeniche Cassani riesce a supervisionare qualche gara, a essere ospite in qualche trasmissione televisiva e anche ad andare a pranzo dai suoi, dove immaginiamo che in dialetto romagnolo-romanesco dica: La performans bar la diamo al gatto, la competiscion bar la diamo al sorcio, con la protein bar ci ammasssiamo le cimici: Maccaroni mi hai provocato e io ti distruggo. Tornando a SuperSven, dato che lui è un cavaliere, ha ceduto volentieri il suo posto a Sanne Cant adattandosi a viaggiare in piedi tenendosi al corrimano, incitando i suoi a cantare canzoni da gita o raccontando barzellette licenziose, che però Sanne già conosceva. Gli altri partecipanti alla gara hanno viaggiato nei modi più disparati, chi facendosi mille km in auto, chi prendendo l’Orient Express fino a Vienna poi la coincidenza per Praga e da lì la corriera per Tabor, gli atleti locali infine hanno viaggiato in calesse facendo tappa in tutte le birrerie incontrate per strada. Purtroppo per i belgi Sanne Cant non ha ripagato il favore e non è stata neanche la prima delle belghe, preceduta anche dalla ritrovata Arzuffi, mentre la vittoria è andata a Lucinda Brand su Ceylin Alvarado che per ora non è una dominatrice della scena capace di ammazzare le competizioni. Questo anzi potrebbe essere l’anno buono per Lucinda che nella stagione su strada ha corso pochissimo forse per concentrarsi sul cross e vincere finalmente quel titolo che tutte le sue amiche, da Chantal Blaak a Amy Pieters, hanno vinto su strada e che lei non ha mai neanche sfiorato. Ma i tempi dei ciclisti sparagnini che in un anno avevano due o uno o mezzo picco di forma sembra stiano passando, anche se qualche ciclista poliedrico qui non ha fatto bella figura, come lo smargiasso Pidcock che è caduto spesso e volentieri, lui che in passato si è fatto fotografare mentre guidava senza mani e senza piedi. Ma deve invece ricredersi chi pensava che Wout Van Aert avrebbe lasciato il ciclocross dopo i successi e le grandi prestazioni su strada, anche su salite dove nessuno lo attendeva. Van Aert 40 giorni dopo il Fiandre è sceso in campo a correre per i campi e non per divertirsi soltanto, come uno Stybar qualunque, il quale infatti nonostante la gara fosse a casa sua non è venuto, sia perché ormai casa sua è in Belgio sia perché fino a tre settimane fa era alla Vuelta. Van Aert invece vuole tornare a vincere anche nel cross e per ora ha ottenuto due terzi posti in due gare, ma questo è il momento buono per Michel, il cugino di SuperSven, che dopo essersi sbloccato ha preso gusto a vincere e si è ripetuto ottenendo la prima vittoria in Coppa e, a dimostrare che è valsa la pena di spendere i soldi per il volo privato, ha battuto altri tre compagni di viaggio, tra i quali il più ostico è stato il rivale interno Iserbyt, e con un compagno di squadra così chi ha bisogno di avversari.

SuperSven e i suoi ragazzi mentre salgono sull’aereo.