Quiz materiale

Avete trascorso il mese ora al tramonto ascoltando pettegolezzi come da prescrizione sociale? Bene, se non ne avete ancora abbastanza eccovi un facile giochino con gli ultimi scampoli di gossip.

Il gioco consiste nell’indovinare il personaggio che il mese scorso, quando ha compiuto gli anni e le hanno chiesto quale regalo avrebbe voluto, ha risposto: “non avverto la necessità di avere qualcosa di materiale in più”.

Chi era il personaggio in questione?

1.La Principessa Duchessa Contessa Caterina Middleton (40 anni).

2.L’influenzer Chiara Ferragnez (35 anni).

3.La stracampionessa di mtb Gaia Tormena (20 anni).

OK, era troppo facile.

La Zeriba Suonata – L’abito non fa il mona

I notiziari si sono premurati di informarci di un nuovo premio assegnato al gruppo di cosplayers e indossatori romani che sono vittime di un colossale equivoco e a volte vengono scambiati per un gruppo musicale. Ma nella musica in ogni epoca ci sono state divise che servivano da un lato a sentirsi parte di una tribù e dall’altra a distinguersi dai seguaci di altri generi. Personalmente apprezzavo alcuni dei migliori gruppi degli anni 80 che, nel decennio in cui si è abusato della parola look, vestivano diciamo normale, dagli Smiths agli Housemartins, dai Go-Betweens ai Pixies. E poi mi chiedevo: se quel Brian Eno, che da decenni fa musica ambient spesso pallosa e bazzica artisti visivi gallerie e vernissages, si rivedesse in questo filmato, cosa penserebbe ora di quel sobrio abitino?

Roxy Music – Editions Of You

La Zeriba Suonata – Cup’agosto

Mettiamo da parte i video e i loro registi e passiamo a passare in rassegna qualche ascolto agostano. Gli irlandesi Just Mustard suonano un dream-pop gusto dark al punto che a volte mi ricordano i Dead Can Dance prima che si mettessero a suonare cose medievaleggianti, e anche la voce di Katie Ball ricorda quella di Lisa Gerrard. Incuriosito, scopro che la terapia con i fiori della senape (mustard) è indicata per chi è malinconico o peggio, e quindi potrebbe giovare anche a risollevarsi dopo l’ascolto dei dischi di questo gruppo. Il loro primo album Wednesday uscì nel 2018 e ora hanno pubblicato Heart Under, entrambi per la Partisan Records.

Pigs (2018)

23 (2022)

Aria fresca di montagna

I principali investimenti nel ciclismo sono quelli effettuati dagli automobilisti, e non solo in Italia. Forse mi sbaglio ma il futuro di questo sport lo vedo soprattutto nel fuoristrada, meno nei velodromi perché lì non si rischia di finire sotto un’auto ma sotto una catasta di biciclette sì. E forse continuo a sbagliarmi ma il ciclismo su strade asfaltate un giorno potrebbe diventare una specie di sport estremo. Però già ora allargare lo sguardo a tutte le specialità del ciclismo potrebbe fare bene a tutti quegli italiani che seguono solo uomini su strada e non vedendo risultati dei connazionali bofonchiano sui social e dicono che il ciclismo in Italia è finito, basta, non ne parliamo più.

Anche nel fuoristrada ci sono scelte discutibili dell’UCI, per esempio quest’anno in tre weekend consecutivi, in pratica due settimane, si disputano Europei, Mondiali e prova finale di Coppa del Mondo. Non so come l’abbiano presa i bikers, insomma ognuno a modo suo, qualcuno avrà gradito per programmare un unico picco di forma, qualcun altro ha saltato gli europei. Nella mtb, almeno nelle grandi manifestazioni, si vedono scene che non si vedono negli altri sport, e neanche nelle altre discipline in bicicletta. Nella discesa (downhill) i tre provvisoriamente in testa si siedono sulla hot-seat ma fungono anche da comitato d’accoglienza per quelli che scendono successivamente e a ogni nuovo arrivo saltano giù dal podio e vanno a congratularsi a prescindere dal risultato. Nel cross country invece all’arrivo festeggiano tutti o quasi, non si sbattono i pugni sul manubrio, non si mette il dito davanti alla bocca a zittire chissà chi. E ciò non è dovuto solo all’aria fresca di montagna che ripulisce il cervello, accade anche quando il circuito è cittadino come al Parco di Monaco.

I mondiali quest’anno si sono disputati a Les Gets che nella stagione fredda funge da stazione sciistica, insomma i residenti vivono perennemente con qualcuno che gli sfreccia sotto il naso, come la giovane austriaca Valentina Höll e il giovane veterano francese Loïc Bruni che hanno vinto nel downhill, mentre Pauline Ferrand-Prévot ha dominato sia nella nuova specialità dello short track che nel più prestigioso cross country, quello diciamo olimpico. In questi giorni di matrimoni divini possiamo dire che altri sport non solo alimentano il gossip, ma vedono psicodrammi causati da relazioni sentimentali o familiari, come la vicenda del saltatore con mezza barba che non voleva più essere allenato dal padre. Paolina invece l’anno scorso si è lasciata con Julien Absalon, con cui aveva perfino prospettato il matrimonio, ma è rimasta tranquillamente nella sua squadra, e del resto l’ex campione dove la trova un’altra così? A 22-23 anni sembrava destinata a diventare una quasi-Vos, contemporaneamente iridata nella mtb nel ciclocross e su strada, le mancava solo la pista, ma anche lei ha avuto vari problemi fisici e ha progressivamente abbandonato prima la strada, in cui si contendeva con Lizzie Deignan il titolo di treccina più forte del gruppo, e poi il ciclocross dopo un infortunio causatole dall’allora pasticciona Jolanda Neff, la quale è stata seconda in questo mondiale ma più spettacolare in gara. In queste settimane concentrate si è scatenata, ha perso l’Europeo solo per un problema meccanico e ha prestato il titolo di Regina a Loana Lecomte, ma dopo una settimana se lo è ripreso. E così solo nel cross country ha vinto finora 4 mondiali cui aggiungere quello nello short track e uno in passato nella marathon, ché lei non discrimina i chilometraggi.

Lo storico e più giovane rivale di Absalon, lo svizzero Nino Schurter, è ancora in sella, di titoli mondiali ne ha vinti 9, ma ora è finita la pacchia perché c’è il fenomeno. E sì, il guascone Tom Pidcock quest’anno si è posto l’obiettivo di vincere tre mondiali come Pauline, quello del ciclocross è già fatto, e alcuni commentatori parlavano come se ci fosse solo da attendere, e del resto se il fenomeno si è posto questo obiettivo lo centrerà. Così, fidando solo sulla sua fenomenologia, avendo gareggiato poco e ottenuto pochi punti, Pidcock parte dalle ultime file e consuma molte energie per riportarsi in testa alla corsa, ma a un certo punto inizia a pagare lo sforzo e inoltre si fissa con un albero lungo il percorso, come se volesse spostarlo, e lì perde secondi. Schurter non si scompone, lui avrebbe potuto fare il fenomeno, quando si è improvvisato stradista è andato discretamente, ma parliamo di “fenomeno” come lo intendono gli “stradacentrici”, perché, se vogliamo andare a sottilizzare, su strada è facile – si fa per dire – impennare in salita quando si è staccati, ma mettersi a whippare quando si corre per la medaglia, come hanno fatto Nino e Luca Braidot, non è da tutti, e poi lui si è concentrato sulla mtb e conosce tutti i trucchi del mestiere, e a Les Gets riesce a stroncare anche il resistente spagnolo Valero Serrano che, arrivato secondo al traguardo, fa segno al vincitore che non ne aveva più e forse aggiunge te possino ammazza’. Da parte sua Schurter festeggia come un ragazzino e, nonostante i precedenti 9 titoli, sembra non riuscire a credere a quello che fatto, e in fondo è la prima volta che vince il decimo mondiale.

Per il ciclismo italiano, che fuori dalle strade asfaltate non è finito, è stata un’importante edizione dei campionati, con l’oro di Simone Avondetto tra gli under 23, un argento nella staffetta e due bronzi con Luca Braidot (finalmente) e il discesista under 23 Cappello, ma è stata anche la prima volta senza Eva Lechner. La 37enne altoatesina non è stata convocata ma non si è persa d’animo, si è buttata su una novità (relativa) del fuoristrada partecipando a una prova di qualificazione per il primo mondiale gravel (cioè sugli sterrati) e ha vinto, e dire che c’è gente della sua età che usa l’espressione “ai miei tempi”.

Dopo le polemiche olimpiche Jolanda e Pauline riconciliate.

Visibìlia – Giovani wallabies

I Tame Impala di Kevin Parker sono un gruppo australiano che iniziò rifacendosi pesantemente alla psichedelia anni 60 ed ebbero successo con il singolo Feels Like We Only Go Backwards, tratto dal loro secondo album Lonerism del 2011. Il video altrettanto psichedelico era della coppia di animatori Becky And Joe, ovvero Joe Pelling e Becky Sloan che hanno diretto anche serie tv e spot pubblicitari. Se la musica cita Beatles Byrds e Pink Floyd barrettiani la clip cita video storici, almeno a me così sembra. Forse agli inizi i giovani Tame Impala non sapevano bene che strade musicali percorrere, ma poi nel 2020 hanno realizzato The Slow Rush che si ispira agli anni 70 e non c’è niente da fare, quando ci si rifà al decennio maledetto è difficile che ne venga fuori qualcosa di buono, lo stesso è accaduto anche con l’ultimo – per ora – album di St. Vincent, faccio un’eccezione per Get Lucky dei Daft Punk ma lì ci si son dovuti mettere in quattro.

Feels Like We Only Go Backwards

Bella fratì!

Come saprete la Campania è una regione felice con un’invidiabile carenza di problemi. Così, in mancanza di crimini delitti incidenti e disservizi, questa settimana il TGR ha potuto dedicare molto spazio, uno o due servizi ogni notiziario, al Jova Beach Party. Un po’ di informazione si è resa necessaria anche per chiarire che l’evento non comporta problemi per l’ambiente, non è stato specificato perché ma non mi pare che quando qualcuno ha una tesi debba pure dimostrarla con dati e fatti, altrimenti sarebbe troppo comodo; non ci sono problemi per l’ambiente perché è così. L’afflusso di persone ha giovato anche ai ristoratori perché alcuni dello staff sono andati a mangiare nei ristoranti del luogo. Anche se oggi hanno mostrato il backstage e lì c’è la mensa per tutto lo staff, e hanno intervistato il supervisore dell’alimentazione del cantante il quale ha confessato che Jovanotti non gli piace e preferisce Dire Straits e AC/DC. Il giornalista regionale inoltre ha mostrato quasi con orgoglio un sacchetto per la spazzatura con stampata la scritta Jova Beach Party, ma quella scritta non era da intendersi come recensione, semplicemente sono state messe a disposizione dall’organizzazione e ne sono state raccolte ben 500 per decine di migliaia di spettatori, non vorrei che qualcuno la sua se la sia portata a casa come souvenir. Ma in una democrazia ci deve essere spazio per la pluralità di voci, e allora ecco Il Mattino di Napoli che ieri regalava un libro sulla manifestazione e poi un sito locale che ha annunciato il miracolo compiuto da Jovanotti: al termine della prima jornata a pochi metri dal luogo del concerto sono nate trenta tartarughe che i volontari hanno accompagnato al mare. In verità più che incitarle hanno dovuto frenarle perché le bestiole quando hanno saputo dell’evento, contro la loro natura, hanno iniziato a correre.

Visibìlia – Effetti effettivamente speciali

Michel Gondry è nato a Versailles, presumibilmente non nella Reggia e, avendo girato i videoclip del gruppo Oui Oui in cui lui suonava la batteria, fu notato da Bjork che c’ha l’occhio lungo e volle che girasse il video di Human Behaviour. Da allora altri video e poi il cinema con L’arte del sogno e il famoso Se mi lasci ti cancello. La sua caratteristica sono gli effetti speciali digitali, che calzavano a pennello per il big beat psichedelico dei Chemical Brothers, come nel video di Let Forever Be in cui di batterie se ne vedono pure troppe.

Let Forever Be

Chi cerca ritrova

Il bello di internet è che cerchi una cosa e ne trovi un’altra. Per esempio ho ritrovato quel comico di cui non mi ricordavo il nome, che faceva qualcosa ma non ricordo cosa e a dire la verità neanche dove: Riccardo Pangallo.

extra…

Visibìlia – Fratellanza

Nel periodo d’oro del cosiddetto french touch ebbe il suo momento di popolarità il dj Etienne De Crécy con l’album Tempovision del 2000. In tivvù passavano i video di alcuni suoi brani, opera del fratello Geoffroy che fa l’animatore come l’altro fratello Hervé, mentre la sorella Béatrice ha creato un marchio di abbigliamento. Ma il fratello più apprezzato nel suo campo è il fumettista Nicolas, disegnatore visionario di cui ho letto Il celestiale Bibendum. Insomma in questa famiglia nessuno lavora?

Am I Wrong

Hamburger con autentica carne di imprenditore.

Biblioteche da incubo

Quando Gianni Celati gli disse che lasciava l’insegnamento universitario per andarsene all’estero Ermanno Cavazzoni gli chiese come avrebbe fatto a campare. Celati poi diciamo che se l’è cavata, Cavazzoni il suo posto all’università se l’è tenuto e immagino che le sue lezioni fossero uno spettacolo. Ma a leggere i suoi romanzi e racconti viene da credere che non apprezzasse molto tutto quello che dovrebbe servire a gestire e indirizzare l’università, e anche gli enti e le istituzioni in generale, ma poi lasciamo stare ché mi è vietato parlarne, un privilegio non da tutti. In Le tentazioni di Girolamo, riproposto di recente con il titolo originale L’esame di mezzanotte per La nave di Teseo, il protagonista è afflitto da mal di denti alla vigilia di un imprecisato esame, scopre per caso una biblioteca notturna nella quale entra per preparare l’esame su un argomento non decifrabile dalla cartolina di convocazione e a poco a poco gli si rivela un mondo labirintico con personaggi meschini e truffaldini, ognuno con le sue teorie assurde e anche cospirazioniste, mentre intorno tutto va in disfacimento, un mondo non molto diverso da quello di Cirenaica, anch’esso riproposto qualche anno fa per Quodlibet con il titolo originale La valle dei ladri, un mondo irrimediabilmente imperfetto dove si vivacchiava con imbrogli altrettanto imperfetti. Alternati alle vicende del protagonista ci sono frammenti letti da libri, che in realtà sono scartafacci tenuti insieme in maniera precaria, in cui c’è la falsa aneddotica o la falsa saggiastica con cui Cavazzoni ha costruito anche Storia naturale dei giganti. Cavazzoni è un grande umorista, ma non scrive battutine, a volte la sua è piuttosto la traduzione in parole della comicità slapstick, come era anche per il primo Celati, ed è una persona dall’enorme cultura che scrive in una lingua semplicissima. Non a caso sempre in combutta con il suo sodale nel 1997 fondò la rivista Il Semplice, ma non interessava a nessuno, forse anche perché erano anni in cui in Italia nella letteratura si cercava il sensazionalismo, c’era la bolla dei cannibali, e gli scrittori scrivevano difficile così il lettore pensava: ammazza quanto è bravo questo qui.