I mondiali in 10”

I Campionati Mondiali di Atletica, conclusi ieri, riassunti in poche parole: c’è sempre Allyson Felix che sembra correre senza toccare il terreno. E poi, volendo, ci sono stati anche altre gare e altri personaggi, tipo Bolt, e un gran parlare di doping, e poi dicono il ciclismo. E la Cina, che li ha organizzati, ha dimostrato di essere molto avanti rispetto all’Europa; è bastato il monopattino elettrico di un cameraman per falciare Usain Bolt, mentre in Spagna per abbattere un ciclista ricorrono ancora a pesanti motociclette.

AllysonFelix2015

il sindacato

Meno male che il capo degli industriali ha preferito il calcio al ciclismo. Penso che saprebbe dare al sindacato anche la colpa del periodo negativo del ciclismo italiano.

Un gruppo di sindacalisti frena e consiglia male un ciclista della Bardiani, la squadra che assume solo ciclisti part-time, come Battaglin e Colbrelli.

LA ZERIBA SUONATA – Azalia Snail

Circa 15 anni fa su una bancarella che vendeva soprattutto resi da edicola vedo un cd che mi incuriosisce. E’ di una certa Azalia Snail, una bucolica fanciulla bionda mai sentita nominare, il titolo del disco è Blue Danube, anno 1995, il nome dell’etichetta, Normal,  neanche mi dice niente, però sento che può essere interessante. Lo compro ed è realmente un disco bizzarro, con lenti brani psichedelici in cui la chitarra quasi sembra scordata. Da quel disco vi faccio ascoltare Slow propulsion.

In quegli anni era più difficile fare ricerche su internet. E anche reperire suoi dischi è stato difficile. Avec Amour del 2005, cd avvolto in una cartoncino stampato (sembra quasi fotocopiato) e piegato, dimostra che le sue canzoni col tempo diventano più simili a ciò che comunemente si intende con la parola canzone. Si aggiungono altri strumenti, come il sassofono. E i capelli da biondi diventano mori, cosa che, secondo me, non guasta. Questo è Honeysuckle.

Azalia Snail è il suo vero nome: sapete, i genitori erano hippie. E’ stata definita “la Regina del lo-fi” (erano anni in cui si parlava tanto di bassa fedeltà, al punto che in Italia nacque una effimera rivista così chiamata). Ha collaborato con vari musicisti, anche famosi, tra cui Beck. E nel 2000 ha vinto il premio del LA Weekly per il miglior album di genere inclassificabile. Ecco Sylvan Echoes.

Uno dei pezzi che preferisco  è Scenescape, qui in versione live. Si narra che la madre voleva che studiasse piano, ma lei, che comunque suona vari strumenti, non sopportava la disciplina richiesta da quello strumento e preferì la chitarra elettrica, e infatti qui maltratta la tastiera.

L’ho scritto che è nata nel Maryland?

A che servono i calzini

Nel 2002 il titolare di una fumetteria mi consiglia una rivistina, Lexy presents Dark Horse, in cui mi colpisce una storia umoristica, surreale e strampalata, con protagonisti due pupazzi, una scimmia fatta con un calzino e un corvo ubriacone, che scambiano un lampadario per un castello nel cielo. C’è una presentazione firmata da un nome che mi dice qualcosa, chi è John Flansburgh?, ah si, è uno del prolifico duo musicale They Might Be Giants, altri due bei tipi, che è un bene che dopo 30 anni continuino a lavorare insieme, altrimenti potrebbero finire come calzini spaiati. Tornando al fumetto, l’autore  è Tony Millionaire, e quella storia, la prima della serie Sock Monkeys, probabilmente è la sua prima cosa edita in Italia, ma prevedo che qualche editore illuminato ne pubblicherà qualcosa al più presto. Un accidenti! Intanto la rivista Lexy presents etc. chiude. Millionaire compare in qualche volume antologico, tra cui quelli della serie Little Lit, e eccezionalmente su Spongebob. Poi Linus per qualche tempo pubblica la striscia Maakies, che ha per protagonisti ancora una scimmia e un corvo, ma qui sono animali veri in situazioni più truculente, e il disegno è più diciamo underground, rispetto a quello classico e particolareggiato dell’altra serie, e ogni striscia ne ha sotto una più piccola. Ma i due personaggi sono solo ubriaconi violenti, non sono intellettuali, nevrotici, borghesi, politicizzati, non sono neanche gay, e non possono sperare di durare a lungo su quella spettrale rivista politicamente corretta. Ma ecco che, quando ormai non ci speravo più, le edizioni BD, nella collana Psycho Pop, pubblicano Sock Monkey – Treasury, la raccolta delle storie dei due pupazzi. Un volumone cartonato, in bianco e nero e a colori, che ovviamente è una meraviglia. Le influenze e ispirazioni di Millionaire, dichiarate o presunte o presumibili, tra disegnatori e scrittori, sono E. Gorey, W. McCay, G. Herriman, E.C. Segar, B. Wolverton, H. Kurtzman, R. Crumb, E. Shepard, J. Gruelle, N. Lindsay, P. O’Brien, H. Melville (molte storie sono marinaresche), M. Twain, B. Potter. Ora si annuncia anche un film animato, ma adesso non andiamo improvvisamente di fretta, ogni cosa a suo tempo.

SM

Tante scuse

Nel suo messaggio di scuse su facebook per la vicenda del traino e della successiva espulsione dalla Vuelta, Vincenzo Nibali, tra le varie cose, ha detto che nessuno ha sottolineato che è caduto ed è stato attaccato. Beh, lui è caduto a una trentina di chilometri da un arrivo insidioso, non proprio il momento in cui qualcuno può pensare di fermare il gruppo. Ma poi, comunque, chi avrebbe invitato gli altri a rallentare? Diciamo che quest’anno, finito un inverno trascorso tra feste, premiazioni e serate varie, che, come tutti sanno, è il modo migliore di preparare una stagione ciclistica ad alto livello, Nibali si è dedicato ad un’altra attività, meno redditizia e gratificante, quella delle scuse più o meno pubbliche per le sue gaffes. Ha iniziato al Giro del Delfinato, notando che c’erano tutti ma non Quintana, come a voler intendere chissà che cosa. E’ vero, però Quintana c’era alla Tirreno Adriatico, forse non se n’era accorto perché il colombiano era davanti a vincere. Perché Quintana, nonostante puntasse anche lui al Tour, in primavera vinceva una corsa importante invece di limitarsi a fare la comparsa. Poi al Tour, coinvolto in una caduta contagiosa, Nibali se l’è presa con Froome solo perché si trovava nei paraggi: sembrava la favola del lupo e dell’agnello che bevono allo stesso torrente. Poi è successo anche che, quando ha vinto la tappa, ha attaccato proprio quando Froome ha avuto un problema meccanico; sarà stato un caso ma di certo la cosa non ha migliorato il rapporto tra i due. Allora Nibali, quando è caduto l’altro ieri alla Vuelta, non poteva sperare che la Sky o la Movistar mandassero una limousine a prenderlo per riportarlo in testa al gruppo. E’ più probabile che lo attaccheranno a 28 km dall’arrivo, a 280 e dovunque capiterà l’occasione. Poi, chissà, può darsi che questo Nibali in realtà lo metta in conto, che non gli piaccia o non voglia fare il diplomatico, ma dire quello che pensa, come i ciclisti di una volta, che erano tutti guasconi, e però correvano dalla Sanremo al Lombardia, senza preoccuparsi di fare un fuorigiri, che forse all’epoca i fuorigiri manco esistevano.

nibali-froome

Ma sempre secondo me

Secondo me Vincenzo Nibali, che dovrebbe trainare il movimento ciclistico italiano e invece alla Vuelta si è fatto trainare dall’ammiraglia ed è stato espulso, farebbe meglio ad accelerare la separazione dall’Astana, e anche da chi guidava l’ammiraglia, che pure lui ha le sue colpe. Altrimenti di questo passo, secondo me, rischia di finire prematuramente e ingloriosamente la sua carriera. Che poi se – ipotizziamo – dovessero esserci altri casi di doping (a proposito, l’Astana Continental non era stata chiusa o sospesa? E che ci faceva l’Astana Continental al G.P di Capodarco?), o altri problemi legati alla traballante licenza World Tour dei kazaki, in questo momento Nibali non può ergersi a garante di niente, secondo me. Però siccome questa stagione Nibali non la può chiudere così, secondo me farebbe bene a farsi una sauna d’umiltà, e a preparare qualche altra corsa, tipo la tre Valli Varesine o, meglio ancora, il Lombardia, hai visto mai che gli organizzatori azzeccano un percorso selettivo? Anche perché, dato il momento infelice, secondo me non è necessaria la presenza di Nibali al Tour of Almaty, che si disputa negli stessi giorni. Lì, per rappresentanza, meglio Lutsenko, che forse i kazaki hanno trovato finalmente un buon corridore.

VueltaNibali

Nibali fa ritorno in Italia col treno.

ceux qui le football

E così mi sono deciso finalmente a vedere il film Giù al Nord (in francese Bienvenue chez les Ch’tis), il film di Dany Boon che ebbe molto successo, e del quale è stata fatta una versione italiana che non ho nessuna intenzione di vedere. Ma pure questo in realtà non mi è sembrato granché, un film con poche trovate divertenti, politicamente corretto e anche un po’ ruffiano, ma non è questo il punto.  Il protagonista viene trasferito dalla Provenza al profondo Nord, dalle parti di Lille, nella zona delle miniere. Temendo il freddo parte vestito come un milanese nella famosa scenetta di Totò e Peppino. Ma lì si accorge che non fa tutto questo freddo, poi è aprile. Insomma succede qualcosa di importante in aprile nella zona delle miniere. E tu pensi che ora per fare ambientare il nuovo venuto i locali lo porteranno a vedere la Parigi-Roubaix (tra l’altro il film è del 2008 e l’anno prima O’Grady aveva vinto una delle edizioni più calde, nel senso della temperatura, della corsa). Invece niente: lo portano allo stadio a vedere una partita di calcio.

nord

valorizzazione

In questo periodo nel Parco della Reggia di Caserta, in alcuni punti, ci sono delle cornici di bambù che fanno parte di una istallazione, per fortuna temporanea, che, scrivono sui cartelli messi vicino alle cornici, serve a dare degli sguardi privilegiati e a valorizzare il Parco. Ora, se volete fare un’istallazione fatela, che ci sarà sempre un critico d’arte pronto a dirne bene, a giustificarla, ma scrivere pure che serve a valorizzare il Parco della Reggia mi pare un po’ presuntuoso, dato che la Reggia, mi pare, un suo valore ce l’ha già, e non deve certo attendere degli installatori temporanei. Poi, se proprio volete fare qualcosa per questa valorizzazione, forse si potrebbe cominciare dalla cura del palazzo, delle statue, delle fontane, dei giardini e, cosa che aiuterebbe, anche a far capire ai visitatori che quello lì è un parco museale e non un territorio per scorribande.

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