La Zeriba Suonata – Un anno di ritardo

E’ vero che è la seconda volta che mi trovo a correre dietro a una norvegese più giovane di me, ma chiariamo che è una musicista e che corro dietro ai suoi dischi. Ho impiegato tre anni per accorgermi che cantava una canzone che mi piace molto, e ora con un anno di ritardo scopro questo suo “nuovo” disco intitolato Classic Objects (4AD), che è il classico oggetto che, ignorandolo, non avrei inserito nelle playlist del 2022 e avrei dovuto rimediare retroattivamente, ma io le classifiche mi sono astenuto dal farle e quindi non c’è problema. Curioso è il fatto che Jenny Hval faceva musica non facilissima e cantava una canzone dream pop, molto dream ma soprattutto molto pop, di Kelly Lee Owens, ma poi la gallese in due mosse è arrivata a fare ambient quasi noise e al contrario la norvegese ha realizzato il suo disco più pop.

Jenny Hval – Year Of Love

Addio alle montagnole

Addio, montagnole sorgenti dall’acque lacustri o anche no, addio laghetti delle acque medesime, addio boschetti e prati, addio rampe dune scalinate ponti discese contropendenze, curve infide assi per lavare e tavole da saltare, fango e sabbia. Addio campioni inuguali, addio comuni mortali, ma chi non ha mai spinto al di là dei suoi limiti per inseguire un fuggitivo? Addio a chi imparò a distinguere dal rumore dei campanacci dei tifosi il rumore della campanella dell’ultimo giro, aspettato col misterioso timore di forare sul più bello. Addio ciclocross, ci vediamo a ottobre, e porta pure Marianna, di certo la più grande.

Staffetta quasi perfetta tra fine della stagione crossistica e inizio della stagione fiamminga con i jumbi sempre più “bravi”.

Il piragno

-Se pensate che quel virus che si è diffuso in tutto il mondo non sia stato prodotto in laboratorio, e che questa tesi sia solo una fantasia cospirazionista, siete degli ingenui. Immagino che sia una cosa difficile da accettare, cioè che l’uomo sia capace di tanto, ma non avete idea di cosa si sperimenti in certi laboratori, le cui attività sono note solo in piccola parte. Date retta a me che in uno di quei laboratori ci lavoro e per questo voglio mantenere l’anonimato…

-Dottor Facondio, può venire un attimo?

-(Shhh, deficiente) … ehm… Scusate l’interruzione, gente di passaggio che cerca qualcuno, non so chi. Dicevo, per fortuna molte ricerche orribili falliscono proprio perché troppo azzardate se non assurde, o a volte semplicemente per qualche evento che non è il caso di definire “sfortunato”. Ad esempio, un giorno un biologo provò a modificare un ragno con il gene di un pesce piranha ottenendo un piccolo mostro con sei zampe soltanto, due corna, una coda e due denti. L’essere che venne chiamato “piragno” si mostrò molto aggressivo ma meno abile nel tessere una tela, e sterminava tutti gli insetti nei paraggi. Il biologo sembrava molto soddisfatto del risultato ma poi accadde che un giorno la moglie andò a trovarlo in laboratorio e, nonostante il marito le avesse raccomandato di non toccare niente, quando si accorse di quello strano ragno pensò che fosse solo conseguenza di scarsa pulizia, così rimosse la ragnatela e uccise il piragno sul cui cadavere infierirono le mosche, prima di essere abbatute dalla signora a colpi di rotocalco. Quando il biologo tornò…

-Dottor Facondio, insomma, vuol venire un attimo? E’ suo quel panino con i gamberoni che si è arrampicato sullo scaffale?

(Tu guarda uno cosa si deve inventare per giustificare un disegnino e non tenerlo chiuso da qualche parte)

Lingua biforcuta

Tex l’ho letto da bambino, in seguito quasi mai, mi piacciono i fumetti ma il genere western non mi attira neanche a cinema. E l’altroieri volevo leggerne un numero di una vecchia collana che non ricordo neanche quando lo comprai, ma dopo poche pagine l’ho buttato. Era una lettura pesante, verboso che pareva quasi un racconto illustrato, e poi c’è una cosa che non meraviglierà chi l’ha letto di più, una cosa di cui ho trovato tante conferme su internet: per Tex Willer, nonostante fosse stato nominato rappresentante legale dei Navajos o qualcosa del genere, gli indiani buoni sono quelli che fanno quello che dice lui, per gli altri ci sono pugni pistolettate e soprattutto epiteti razzisti, “musi rossi” e cose così, e questo vale anche per altri stranieri. In questo si può dire che è molto attuale, e buon per lui che non è stato mai pubblicato dalla Penguin.

Una domanda di un certo spessore

Non so quanti la condividono la mia avversione per le copertine cartonate, forse non chi possiede un hangar per tenerci i libri, ma quelle due fette spesse di cartone contendono lo spazio ad altre pagine nella mia libreria. Colpa mia che vado comprando i libri per ragazzi per vedere le figure, ma se voi editori volete fare il libro bello da vedersi che attiri il ragazzo, o più probabilmente il genitore, vi sembra un bell’oggetto un volume cartonato con le pagine non cucite ma incollate, che se il bambino che non è uso a delicatezze lo apre un po’ troppo gli si sfalda tra le mani?